Continuamente

L'ultima volta.


Eravamo nella casa degli zingari, la nostra casa. Quella specie di topaia che una volta serviva per controllare il passaggio a livello. Si entra dalla finestra, scavalcandola, aiutandosi con una piccola arrampicata sul terrazzino. Non è difficile. Entriamo. Ora la casa è vuota. Gli altri non sono arrivati. C'è solo un nostro amico, nell'altra stanza. Ma il resto della casa è vuoto. E fa troppo freddo. Odio quella casa. Gelo. Si, è sempre terribilmente gelida. Odio quel posto. Preferivo dormire per strada. Non in quella casa. Con quello sporco. Con quell'odore che ti faceva svenire. Con il lugubre suono del treno e il ghiaccio sull'erba. Ma per te, per noi, era l'unico rifugio. Fuori era ancora più grigio e gelido. E fuori era molto più triste. Sognavamo di avere una casa. Sognavamo il modo in cui arredarla. Sognavamo un futuro.Prendi la siringa, l'acqua, l'accendino, il filtro delle tue Camel Light, e quella merda. La coca, la roba. Mescoli, prepari. Prendi il laccio di una scarpa. Infili l'ago e aspetti il flash. Prendo la mia roba e faccio lo stesso. Per dimenticare, per cadere nell'illusione che ci sarà quel futuro e che, quella casa, è solo un ricordo ancora presente. Invadiamo le camere più calde. Siamo fatti e innamorati. Ci vogliamo appartenere, perchè in fondo si sente quando tutto sta finendo. E allora ci buttiamo su uno di quei letti e facciamo l'amore. Alle volte sento un profondo disgusto... Mi fai schifo. Mi fa schifo. Ma questo non importa... Noi ci lasciamo andare. E io ti faccio sentire felice. Ti dico di baciarmi. Perchè quando mi baci ti amo davvero. Ti dico che sarai per sempre l'uomo che avrà il mio amore. Ed è la verità. Anche se non ci potrà essere quel futuro che sogniamo.E, poi, il piacere di fare l'amore ci riempie e termina... Dopo qualche ora di baci e di giochi che solo noi possiamo fare.Arrivano gli altri. Ma noi siamo vestiti. Siamo abbracciati e innamorati. Arrivano e parlano. Dicono che dobbiamo levarci di lì. Da quel letto. Andare via. Tu urli. Cerco di calmarti. Ho paura. Sono tanti e sono sconosciuti. Cerco di parlare con loro. Di giustificarti. Chiedo grazia. Ma tu sei troppo fatto. Cazzo. La tua bocca non tace un secondo. Urli sempre più intensamente. Dici che sono dei fottutissimi pezzi di merda e a me dici di andare via. Dici che non vuoi essere toccato. Cazzo. Sono fatta anch'io. Sto male. Piango. Piango. Piango. E loro mi guardano e vedono in me una povera bimba triste, che insegue un sogno impossibile. Tu nemmeno mi riconosci. E allora piango e grido. Arriva Il tuo amico, mi abbraccia e mi porta via. Dice che devo stare calma. Che lui mi proteggerà e aiuterà te. Mi fa vestire e poi questo buffo triangolo esce. Io non mi reggo in piedi. Non ci vedo. Il pianto offusca ogni immagine. Offusca i sogni. Offusca quell'amore di cui ci siamo stracolmati prima. Elimina l'effetto del mio dolce oblio. Mi sento arida. E sola. Ma poi tu ti avvicini. Non gridi. Sussurri anzi. Dici che mi ami alla follia, che siamo anime uguali e che è colpa loro se abbiamo litigato. Mi asciughi le lacrime e mi abbracci. Mi continui a dire che andrà tutto bene e che, senza di me, tu non hai ragione d'essere. Ora guardo i tuoi occhi. E sono normali. Sei davvero tu. Tu, il mio grande amore. La mia terribile devastazione. E così camminiamo ancora per quelle vie, abbracciati, e io mi sento sicura.Ma alcune cose non si cancellano... Ed entrambi sappiamo che, in quella dolce morte, non può esistere nulla al di fuori della tristezza...**MADAME**(La Zingara Vagabonda)