Il benessere

Fattore Umano


 Girovagando per le strade,essendo in una zona a me poco famigliare, mi sono fermata in qualche bar,ristorante, centro, ecc. per provare a capire quali sono queli consigliabili equali invece si possono tranquillamente evitare. Partendo dal presupposto chegià dai tempi della scuola e poi del tirocinio sono stata abituata a ricordarmidi quello che io chiamo “fattore umano”. Che cos’è il fattore umano? È moltosemplice. Il fattore umano consiste nel fatto che lavorare a contatto con unapersona e molto diverso dal lavorare su una macchina. Una macchina, infatti nonti denuncerà mai per avergli fatto venire una reazione allergica ad undeterminato prodotto. La difficoltà sta quindi nel sapersi adattare ai bisognidei più svariati clienti e quello più importante e avere di fronte una personache sappia metterli a loro agio. Proviamo per un attimo a pensare a una ragazzamolto giovane che viene per la prima volta a fare una ceretta all’inguine. Sitrova in una posizione di disagio, più le fate anche male (se fin’ora si èdepilata con il rasoio, vedrà le stelle, perché i peli si sono diventati piùduri) e poi vede l’operatore con un aria scocciata, arrabbiato e che magari laguarda anche, come dire “ma che pelosa che sei”. Questa dice, stavolta e maipiù o comunque cambia centro, visto che in giro c’è ne sono migliaia. Nonimporta quanto possiate essere bravi, perché siete a contatto con una personache viene da voi per eliminare l’inestetismo. Non crediate che in un centroestetico si presentino delle fotomodelle, perché su chi non ha problemi non siguadagna. Una donna (o anche un uomo) che ha la pelle perfetta, non ha peli,non ha cellulite, è magra come un chiodo, ha un seno perfetto, cosa viene afare? L’estetista lavora con l’inestetismo, se quello non c’è, allora si chiudebottega.  Stessa solfa per ilmassaggiatore. Non tutti hanno la capacità di spogliarsi davanti a una personatotalmente estranea e lasciarsi toccare senza provare imbarazzo. Il problemasta che, se non si rilassa, tu non riesci a lavorare, perché non smuovi itessuti molli e non trovi il problema per cui è venuto da te.  In conclusione, cosa bisogna farequando arriva un cliente soprattutto, se è nuovo?  Posto di lavoro pulito e inordine. Non è bello vedere le coperte buttate a destra e a manca e il pavimentosporco di terra, portata dalle scarpe del cliente precedente. Trasmettere sicurezza, altrimentiil cliente pensa “nelle mani di chi mi son messo?” Fatte capire che non lo giudicateper i suoi inestetismi. Perché, come dico sempre ai miei clienti. Un uomo o unadonna, senza problemi non è un essere umano, ma un ufo. Chiedere sempre, se è allergico aqualcosa. Potrebbe esserci un ingrediente contenuto nei prodotti che potrebbecausare irritazioni, quindi è sempre meglio saperlo prima. Spiegare passo passo quello chesi sta facendo. Almeno si sente partecipe e non una cavia da laboratorio.  Chiedere, se sente dolore.Specialmente durante il massaggio, capita spesso che lavorando su contratture oanche su aree colpite da cellulite si provocare dolore, quindi è importantespiegare il motivo per cui lo si causa e, se è sopportabile.  Avvertire dei possibiliarrossamenti. Dopo molti trattamenti le pelle può diventare rossa, generalmenteè un effetto che può durare delle poche ore ad un paio di giorni, se il clientelo sa prima, evita di spaventarsi poi quando si guarda allo specchio. Soprattutto dopo i trattamentiche durano a lungo o dopo un massaggio è facile che il cliente possa averegiramenti di testa, quindi avvertitelo di alzarsi con cautela e che perqualsiasi cosa voi lo attendete fuori, mentre si riveste.   Molti centri usano luci soffuse eoptional vari per favorire il rilassamento. Vanno benissimo, ma sono cose inpiù che senza le basi non hanno fondamento. Certo, magari se evitate di metteremusica Metal, mentre state eseguendo un massaggio. Evitate le candele profumatenon tutti le gradiscono e ricordate: Sorriso sulla faccia (anche, sevi è appena morto il gatto), disponibili, gentili e sempre disposte a venirincontro al cliente (anche, se vorreste tirargli dietro il lettino). Qualcunopotrebbe dire che questa è falsità, ma sono le stesse persone che guardano Comeammazzare il capo e vivere felici. Mi ripeto. Il cliente è quello che vi portai soldi, se non lo coccolate, quello sé ne va altrove, campa benissimo anchesenza di voi, ma voi senza di lui chiudete baracca e burattini e tornate acasa.    Chiudiamo la parentesi (che è piùlunga di tutto il discorso che volevo fare). Dicevo che ho girato per i varilocali e sarà per il fatto che io sono pignola su queste cose non ho potutofare a mano di notare, il modo quasi sgarbato con cui si viene trattati. Adessonon voglio fare di tutta un erba un fascio, ma su sette posti in cui sonoentrata, cinque mi hanno fatto cadere le braccia per il servizio. Sembra quasiche tu gli dia fastidio. Vengono a prenderti le ordinazioni come un pitbull conla rabbia. Ho capito che puoi aver avuto la fortuna di servire trecento clientifin’ora e sei stanco, ma con tutto il rispetto che me ne frega a me? Io ti pagoe mi aspetto di venir trattata comunque decentemente. Perché tu puoi avere ituoi trecento clienti, ma uno in più che ti viene a far colazione tutte lemattine ti fa schifo? Non ti piace lavorare a contatto con la gente? Andavi infabbrica o in un ufficio. Perché alla persona che hai di fronte non interessa,se tu hai lavorato tanto o poco, se hai avuto una giornata bella o brutta,magari quello è stanco morto e di esser trattato male, dove si doveva rilassareproprio non gli interessa.