Un blog creato da estis_1 il 12/09/2006

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Trasferimento blog

Post n°22 pubblicato il 07 Gennaio 2011 da estis_1

Mi sono trasferita qui:

http://estis.blogspot.com/

 
 
 

La ragazza d'acciaio

Post n°20 pubblicato il 08 Aprile 2008 da estis_1
 
Tag: poesie

Ragazza d'acciaio non amavo nessuno al mondo
Non amavo nessuno eccetto colui che amavo
Il mio innamorato il mio amante colui che mi attraeva
Ora tutto è cambiato è lui che ha cessato di
amarmi
Il mio innamorato che ha cessato di attirarmi sono io?
Non lo so e poi cosa cambia?
Sono ora stesa sulla paglia umida
dell'amore
Tutta sola con tutti gli altri tutta sola disperata
Ragazza di latta ragazza arrugginita
O amore amore mio morto o vivo
Voglio che tu ricordi del passato
Amore che mi amavi da me ricambiato.

Jacques Prévert

 
 
 

Emily Bronte

Post n°19 pubblicato il 08 Aprile 2008 da estis_1
 
Tag: poesie

Io sono l'unica il cui destino
lingua non indaga, occhio non piange;
non ho mai causato un cupo pensiero,
né un sorriso di gioia, da quando sono nata.

Tra piaceri segreti e lacrime segrete,
questa mutevole vita mi è sfuggita,
dopo diciott'anni ancora così solitaria
come nel giorno della mia nascita.

E vi furono tempi che non posso nascondere,
tempi in cui tutto ciò era terribile,
quando la mia triste anima perse il suo orgoglio
e desiderò qualcuno che l'amasse.

Ma ciò apparteneva ai primi ardori
di sentimenti poi repressi dal dolore;
e sono morti da così lungo tempo
che stento a credere siano mai esistiti.

Prima si dissolse la speranza giovanile,
poi svanì l'arcobaleno della fantasia;
infine l'esperienza mi insegnò che mai
crebbe in un cuore mortale la verità.

Era già amaro pensare che l'umanità
fosse insincera, sterile, servile;
ma peggio fu fidarmi della mia mente
e trovarvi la stessa corruzione.

Emily Bronte

 
 
 

Donne in rinascita (Jack Folla)

Post n°18 pubblicato il 09 Marzo 2007 da estis_1
 
Tag: libri


Più dei tramonti, più del volo di un uccello, la cosa meravigliosa in assoluto è una donna in rinascita. Quando si rimette in piedi dopo la catastrofe, dopo la caduta. Che uno dice: è finita. No, finita mai, per una donna. Una donna si rialza sempre, anche quando non ci crede, anche se non vuole. Non parlo solo dei dolori immensi, di quelle ferite da mina anti-uomo che ti da la morte o la malattia. Parlo di te, che questo periodo non finisce più, che ti stai giocando l’esistenza in un lavoro difficile, che ogni mattina è un esame, peggio che a scuola. Te, implacabile arbitro di te stessa, che da come il tuo capo ti guarderà deciderai se sei all'altezza o se ti devi condannare.
Così ogni giorno, e questo noviziato non finisce mai. E sei tu che lo fai durare. Oppure parlo di te, che hai paura anche solo di dormirci, con un uomo; che sei terrorizzata che una storia ti tolga l’aria, che non flirti con nessuno perché hai il terrore che qualcuno s’infiltri nella tua vita. Peggio: se ci rimani presa in mezzo tu, poi soffri come un cane. Sei stanca: c’è sempre qualcuno con cui ti devi giustificare, che ti vuole cambiare, o che devi cambiare tu per tenertelo stretto.
Così ti stai coltivando la solitudine dentro casa. Eppure te la racconti, te lo dici anche quando parli con le altre: “Io sto bene così. Sto bene così, sto meglio così”. E il cielo si abbassa di un altro palmo.
Oppure con quel ragazzo che ami alla follia. In quell’uomo ci hai buttato dentro l’anima; ed è passato tanto tempo, ce ne hai buttata talmente tanta di anima, che un giorno cominci a cercarti dentro lo specchio perché non sai più chi sei diventata.
Comunque sia andata, ora sei qui e so che c’è stato un momento che hai guardato giù e avevi i piedi nel cemento. Dovunque fossi, ci stavi stretta: nella tua storia, nel tuo lavoro, nella tua solitudine. Ed è stata crisi. E hai pianto. Dio quanto piangete! Avete una sorgente d’acqua nello stomaco. Hai pianto mentre camminavi in una strada affollata, alla fermata della metro, sul motorino. Così, improvvisamente. Non potevi trattenerlo. E quella notte che hai preso la macchina e hai guidato per ore, perché l’aria buia ti asciugasse le guance? E poi hai scavato, hai parlato. Quanto parlate, ragazze! Lacrime e parole. Per capire, per tirare fuori una radice lunga sei metri che dia un senso al tuo dolore. “Perché faccio così? Com’è che ripeto sempre lo stesso schema? Sono forse pazza?” Se lo sono chiesto tutte.
E allora vai giù con la ruspa dentro alla tua storia, a due, a quattro mani, e saltano fuori migliaia di tasselli. Un puzzle inestricabile. Ecco, è qui che inizia tutto. Non lo sapevi? È da quel grande fegato che ti ci vuole per guardarti così, scomposta in mille coriandoli, che ricomincerai. Perché una donna ricomincia comunque, ha dentro un istinto che la trascinerà sempre avanti.
Ti servirà una strategia, dovrai inventarti una nuova forma per la tua nuova te. Perché ti è toccato di conoscerti di nuovo, di presentarti a te stessa. Non puoi più essere quella di prima. Prima della ruspa. Non ti entusiasma? Ti avvincerà lentamente. Innamorarsi di nuovo di se stessi, o farlo per la prima volta, è come un diesel. Parte piano, bisogna insistere. Ma quando va, va in corsa.
È un’avventura, ricostruire se stesse. La più grande. Non importa da dove cominci, se dalla casa, dal colore delle tende o dal taglio di capelli. Vi ho sempre adorato, donne in rinascita, per questo meraviglioso modo di gridare al mondo “sono nuova” con una gonna a fiori, o con un fresco ricciolo. Perché tutti devono capire e vedere: “Attenti: il cantiere è aperto. Stiamo lavorando anche per voi. Ma soprattutto per noi stesse”.
Più delle albe, più del sole, una donna in rinascita è la più grande meraviglia. Per chi la incontra e per se stessa. È la primavera a novembre. Quando meno te l’aspetti.

 
 
 

Nazim Hikmet

Post n°17 pubblicato il 22 Febbraio 2007 da estis_1
 
Tag: poesie

Il più bello dei nostri mari

è quello che non navigammo.

Il più bello dei nostri figli

non è ancora cresciuto.

I più belli dei nostri giorni

non li abbiamo ancora vissuti.

E quello che vorrei dirti di più bello,

non te l'ho ancora detto.

Nazim Hikmet

 
 
 

Il Vampiro

Post n°16 pubblicato il 19 Febbraio 2007 da estis_1
 
Tag: poesie

Tu che t'insinuasti come una lama
Nel mio cuore gemente; tu che forte
Come un branco di demoni venisti
A fare, folle e ornata, del mio spirito
Umiliato il tuo letto e il regno-infame

A cui, come il forzato alla catena,
Sono legato; come alla bottiglia
L'ubriacone; come alla carogna
I vermi; come al gioco l'ostinato

Giocatore, - che tu sia maledetta!
Ho chiesto alla fulminea spada, allora,
Di conquistare la mia libertà;
Ed il veleno perfido ho pregato

Di soccorrer me vile. Ahimè, la spada
Ed il veleno, pieni di disprezzo,
M'han detto: "Non sei degno che alla tua
Schiavitù maledetta ti si tolga,

Imbecille! - una volta liberato
Dal suo dominio, per i nostri sforzi,
Tu faresti rivivere il cadavere
Del tuo vampiro, con i baci tuoi!

Charles Baudelaire

 
 
 

Choelo

Post n°15 pubblicato il 05 Febbraio 2007 da estis_1
 


Ogni persona è dotata di talento. Quel che è raro è avere il coraggio di seguire il talento nel posto misterioso in cui ti conduce...

 Paulo Choelo

 
 
 

Neruda

Post n°13 pubblicato il 05 Febbraio 2007 da estis_1
 
Tag: poesie


Lentamente muore

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare. Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.

P. Neruda

 

 
 
 

Biagio Antonacci

Post n°11 pubblicato il 03 Novembre 2006 da estis_1
 
Tag: Musica

Pensavi fosse Amore e invece era così, erano soltanto le parole.

Pensavi fosse un fiore che conoscevi già, invece aveva spine tutte intorno che pungono e fan male...

Se amore c'è... dal cielo ne pioverà... e pioverà per te.

Se amore è... sarà come perdersi e non tornare più...

E se tu guardi su... sono le cose più belle a far brillare le stelle.

I fiori sono fragili e muoiono in un soffio, quasi come i giorni in una vita, ma se li sai guardare, se li sai toccare, darai senso al loro breve vivere.

 
 
 

Ti sento

Post n°9 pubblicato il 14 Ottobre 2006 da estis_1
 
Tag: Musica

Ligabue

 
 
 

Grazie Jessy

Post n°8 pubblicato il 08 Ottobre 2006 da estis_1

Una volta ho visto volare due gabbiani vicini

uno volava di più ed è andato avanti,

improvvisamente si è fermato

ad aspettare l'altro

ed hanno continuato

a volare insieme.

Se dovessi essere stanca...

ti prego aspettami, non mi lasciare...

Se sei tu a stancarti, non ti preoccupare...

io ti aspetterò...

 
 
 

Italia

Post n°6 pubblicato il 27 Settembre 2006 da estis_1

L'Italia per trent'anni sotto i Borgia, ha conosciuto guerra, terrore, omicidi e massacri... e ha prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento.

La Svizzera ha avuto amore fraterno, cinquecento anni di democrazia e pace, e che cos'ha prodotto? L'orologio a cucù!

(Orson Welles)

 
 
 

Dimentica (RAF)

Post n°4 pubblicato il 12 Settembre 2006 da estis_1
 
Tag: Musica

Luoghi inviolabili della memoria
Soltanto gli orli un po’ sfocati ma così indissolubili
e così troppo intensi da dirsi
dimentica quello che è stato comunque non ritornerà
dimentica le mie parole se puoi perdonaci
non sempre c’è un lieto fine
dimentica l’amore forse anche il dolore passerà
dimentica le cose belle e tutto il male sai di colpo sparirà
ovunque io sarò comunque mi resterà qualcosa di te
forse attimi ma eterni
dimentica tutti quei giorni perché l’amore è fisico
gli addio e i ritorni era una storia che viveva in bilico
un sentimento così forte che spesso passa il limite
non vuoi lasciarlo andare perché infondo sai che non ti lascerà
dimentica il dolore forse l’amore ti ripagherà
dimentica tu fallo per me che ancora non so dimenticare te
dimentica perché io ancora non so dimenticare dimenticare...

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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