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25 novembre, giornata contro la violenza sulle donne ...

Post n°354 pubblicato il 25 Novembre 2015 da estoycontigo

E' un mondo diviso tra demoni e angeli o lupi e pecore? Dove i demoni e i lupi sono gli uomini e gli angeli e le pecore sono donne? E' sempre così?

La violenza esercitata da certi uomini su certe donne è innegabile e trova le radici in un contesto dove alcuni uomini non sanno rinunciare alla loro presunta superiorità di sesso. Ma è sempre così? E' solo così? O c'è una violenza femminile sull'uomo che per motivi culturali e di immagine non emerge?

La violenza agita sugli uomini da parte delle donne, con particolare riferimento a quella agita sui mariti da parte delle loro ex mogli e/o compagne, è un fenomeno tutt'altro che trascurabile. Un’indagine conoscitiva sulla violenza verso il maschile è stata elaborata da un gruppo di professionisti che s’interessano di queste problematiche. Lo studio a cui mi sto riferendo fotografa una realtà che ancora è sconosciuta e forse scomoda per provare a rendere evidente un problema, quello della violenza sugli uomini che non è toccato a causa di stereotipi che vedono la donna come unica vittima della violenza in generale e di quella domestica in particolare.

La possiamo chiamare violenza domestica verso l’uomo, mobbing maschile, discriminazione verso il “sesso forte”..... potremmo trovare milioni di definizioni ma una cosa appare chiara ed evidente: è uno dei “principinuovi” dell’interpretazione del concetto di famiglia.

Bisogna sfatare il dogma del “sesso debole”, che generalmente definisce il sesso femminile, in quanto negli ultimi anni si assiste soventemente ad una vendetta subdola delle “deboli donne” contro il “macho”. Sempre più si va diffondendo nella società moderna, rispetto a ciò che succedeva in passato, l’abitudine di “mobbizzare” ed escludere dalla famiglia l’uomo, soprattutto nei casi di separazione, dove assistiamo a veri e propri soprusi da parte delle mogli per allontanare il coniuge dai propri figli.

La violenza sull’uomo è spesso taciuta per una forma di vergogna: è strano che sia una donna ad avere la meglio sull’uomo, sul compagno, e per un uomo è umiliante sentirsi sopraffatto dalla donna ed incapace, spesso per amore dei figli, a reagire a questa forma di violenza. Quanti uomini saranno d'accordo con me? Quanti uomini, oltre me condividono quanto sto scrivendo?

Sappiamo di storie di donne che tradiscono platealmente il marito che subisce il tradimento, a causa della sua incapacità di reagire, altroché violenza, a causa di una legislazione che impone all'uomo di lasciare la casa in caso diseparazione, di mantenere i figli e gi elargire un vitalizio alla donna che lo ha umiliato, riducendosi spesso in povertà.

La violenza al femminile è diversa da quella maschile: è meno istintiva e più ragionata, è una violenza più psicologica che fisica, fatta di piccole azioni quotidiane logoranti e vendette insulse che hanno come unica conseguenza la rottura dell’equilibrio psicologico dell’uomo.

La donna arrabbiata fa della vendetta la sua ragione di vita, e questo ovviamente crea ostilità anche nei figli. L’uomo, così, lentamente perde il suo ruolo di uomo, di padre e diventa “l’uomo nero” che deve allontanarsi dal nucleo familiare. A giudicare dalnumero di persone che si suicidano per separazione, pare che le vittime nonsiano solo donne, ma anche un numero elevato di uomini.

L’uomo separato, con meno soldi, senza figli da accudire (con tutte le difficoltàannesse) è oggi la nuova vittima della società moderna.

Ci sono donne che usano come arma impropria le giustissime campagne antiviolenza e le usano per ricattare il proprio compagno. Come il caso di una donna che per ogni banale e stupida lite, cercava il contatto fisico con suo marito costringendolo a difendersi. Magari solo uno strattonamento per liberarsi dalla presa della moglie e coglieva l'occasione per mettersi a urlare di essere stata picchiata, gettando sul malcapitato l'orribile infamia di violento.

Che dire della violenza di lei quando non svolge i suoi ruoli specifici, quandonega il proprio corpo e il proprio cuore? Quando si genera un figlio fuori dalla famiglia e lo si attribuisce all'ignaro marito. Non è solo violenza sulle donne, è anche violenza sugli uomini.

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Commenti al Post:
rothermaier
rothermaier il 25/11/15 alle 09:45 via WEB
La violenza è da condannare SEMPRE E COMUNQUE a prescindere da chi la esercita e contro chi! Sarebbe giustificata solo la mia nei tuoi confronti...perchè è cosa buona e giusta!!!! Ahahahah...un calcio neglio stinchi, tanto per restare in tema...Grazie PENNUTO....roth...
 
licsi35pe
licsi35pe il 25/11/15 alle 10:11 via WEB
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licsi35pe
licsi35pe il 25/11/15 alle 10:25 via WEB
Quanto scrivi è vero, ogni genere di violenza è intollerabile, da quella psicologica a quella esercitata sulla persona. Tutto è sofferenza ma perchè sfogare la propria crudeltà con tanta ferocia su una donna, deturpandola, ferendola, anche uccidendola? Rarissimi i casi di tale perversione violenta esercitata sugli uomini. Non trovo che sia violenza quando una donna rifiuta il suo corpo o il cuore al suo uomo. Qualcosa sarà successo e si risolve in modo diverso la questione...le botte non la faranno innamorare ancora. Gli Indiani d'America onoravano le donne e di lei dicevano: "Sono le donne che ci danno la vita, che ci nutrono, che ci insegnano a camminare, a parlare, etc..." Certi uomini moderni avrebbero da imparare molto da quelli che venivano chiamati "selvaggi". Buon mercoledì Nico! Un sorriso...licia
 
picciro
picciro il 25/11/15 alle 22:14 via WEB
Purtroppo Nico, disegni una realtà che è latente ..che si è insinuata nel tessuto sociale ma tarda ad emerger! Se giustizia deve esserci..è giusto che tocchi anche questa frangia sconosciuta dei nostri tempi. Anche agli uomini quindi, va rivolta l'esortazione a denunciare, quando cadono vittime di situazioni dolorose..una cosa è certa, la cattiveria non ha differenza di genere, ma solo anime malate che ancora non hanno capito che il dialogo è la maniera migliore per sanare determinate brutte circostanze. Una rivisitazione anche culturale si rende necessaria, in quanto la violenza e l'indifferenza fanno le padrone indiscusse che hanno bisogno di sudditi! Dici bene poi, i mariti separati, i nuovi poveri che molto spesso siedono alle mense della Caritas. Tanti sono gli esempi che gravitano attorno a noi..il discrimine si fa lieve. Ed entrano in gioco tantissimi fattori, a cominciare da una giustizia che propende sempre per la parte femminile..ma sarà proprio giusta..questa giustizia? Tanto c'è da fare per scrostare quelle vernici incrostate che soffocano i pori, mi auguro che vi si metta mano.
Di contro però, non si può nascondere che la violenza sulle donne, sia fisica che psicologica, rimane ancora uno scoglio quasi insormontabile..curare quelle menti diviene forse l'unica maniera..ma quanto è difficile la vita, che già di per sè non è sempre rosea...Un caro saluto e un abbraccio amico mio..
 
iunco1900
iunco1900 il 28/11/15 alle 23:01 via WEB
Ciao Nico Condivido il commento di Picciro. Oggi parliamo molto spesso di femminicidio ma nessuno parla di uominicidio morale, familiare e sociale- Uccide più la lingua che il fucile. Fa più notizia l’uccisione di una donna che di un uomo. Per colpa di una donna arriva al suicidio a fare il barbone e per un pasto caldo deve fare la fila alla Caritas, lo stipendio necessita e mantenere gli alimenti alla sua ex moglie. Di questi uomini nessuno parla sono i poveri invisibili che qualcuno lo incontra dietro la scrivania di un ufficio triste ed amareggiato. Spesso sono quegli uomini che come dicono i napoletani “ cornuti e mazziati” In una situazione genere si può creare una famiglia con dei figli. Questo anche uno dei motivi che in Italia la natalità è scesa sotto i limiti di riequilibrio tra morti e nascite. Grazie immigrati fate nella vostra povertà quello che non fanno le famiglie Italiane. Non serve piantare un albero per ogni figlio che nasce se non ci sarà un rimboschimento siamo e restiamo in deserto assoluto.
 
albachiara.b
albachiara.b il 29/11/15 alle 21:51 via WEB
Concordo con te che esistono donne che fanno male psicologicamente quanto gli uomini e forse più, ma ciò che non accetto sono le violenze fisiche, troppo più forte il maschio fisicamente della donna, per il resto troppe donne stronze esistono che lasciano il marito negando anche spesso il contatto con i figli e cercando di prendere economicamente il massimo...un sorriso
 
ottobre210
ottobre210 il 29/11/15 alle 23:58 via WEB
A mio parere la violenza che scatena l'uomo ad uccidere e generata dall'esasperazione che la donna ha innestato con la conquistata emancipazione femminile e con la conquista di diritti sociali, economici e civili , la figura maschile si sente destabilizzata, sbandata, quasi in imbarazzo di fronte ad una donna che dimostra di saper portare avanti battaglie e di vincerle, di saper svolgere gli stessi lavori degli uomini, di riuscire bene in qualsiasi impresa. , di fronte a tutto questo l’uomo, non aiutato dalla società contemporanea priva di valori relazionali, reagisce con la prepotenza, con gli abusi, con le violenze. Femminicidi, violenze sessuali, abusi non sono altro che il prodotto della reazione maschile a una società che non ha saputo fornire all’uomo un ruolo alternativo e che alimenta in tutti, uomini e donne, insicurezza e distacco dalle emozioni. Negli ultimi anni si è registrato un aumento impressionante di donne uccise dal proprio compagno, di stupri e di soprusi, è la manifestazione di un genere maschile che cerca di affermarsi e di riprendersi con la forza e con la prepotenza un ruolo di superiorità che non gli compete e che la società civile gli ha tolto da tempo.Fino a poco tempo fa uomini e donne avevano due ruoli chiari e distinti, lui era l’essere forte della società, il pater familias cui competeva il potere sociale e familiare, il lavoro e il sostentamento economico della famiglia. Lei era l'angelo del focolare,che si sottometteva alla volontà maschile , il cui unico compito era quello di badare ai figli. L’uomo, dunque, deteneva un potere legittimato dalla società e accettato dalla donna. Buona notte:-)
 
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