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Masturbarsi

Post n°244 pubblicato il 05 Maggio 2011 da estremalatitudine

Avevano preso a masturbarsi quasi subito. Naturale. Toccarsi, toccarsi sotto, lì sotto, liberarsi e toccarsi. Lui a lei e lei a lui. Sentirsi. Lui duro e lei bagnata. Lei più bagnata e lui ancora più duro. Con pazienza si erano insegnati l'un l'altra come fare, cosa fare, ritmo, movimento, calore, forza, leggerezza e adesso spesso intervallavano l'amore con lunghe carezze, anche di nascosto alle volte, nei cinema, nei ristoranti, in biblioteca, o, semplicemente, alle volte, sui lettoni degli alberghi dove passavano i week end.

Poi un giorno, lui prese a fare strani discorsi, lei, lui, un altro, un altro uomo, solo così, per gioco. Lei gelosa quasi usciva di testa. Non accettava. Discorsi del cazzo, diceva, e se anche si accorgeva che nel farli, quei discorsi, lui, chissà come e chissà perché, si eccitava, lei, lei no, si rifiutava, si incazzava e lo lasciava lì, col cazzo duro, dentro o fuori, a farselo tornare normale.

E non andava neanche bene, quando lui iniziò a parlare di un'altra ragazza, peggio, come se lei non bastasse, cosa non bastava? cosa?

Comunque, dopo, dopo un po', ore, mezze giornate, quando lui non faceva lo scemo, quando era normale e si comportava normalmente, tutto tornava normale, e anzi era lei a cercarlo, a stringerlo, ad abbracciarlo, a baciarlo, e, sotto, sotto, a iniziare a carezzarlo, lì, proprio lì, a farglielo diventare duro, grosso, e baciarlo, e menarlo, e accettare di essere baciata e carezzata e presa e poi ancora carezzata, mentre lei, lei con la mano lo stringeva e lentamente lo scopriva e ricopriva.

in quei momenti, dopo, spesso lei lamentosa gli sussurrava all'orecchio di non farlo più, di non parlarle più di altri, solo loro, loro, nessun altro e se lui, a quel punto, portandole la bocca all'orecchio le soffiava provatorio qualcosa come un "neanche una volta?" oppure "neanche per un cazzo bello grosso?", lei fingendo di mettersi a piangere lo pregava di smetterla di parlare, ma solo di fare, fare, fare.

finché un giorno lui le combinò uno scherzo e proprio mentre la baciava, la baciava e la toccava e lei toccava lui, lo stringeva, e lui con le dita saliva e scendeva di poco, pochissimo, quasi di niente, dalla sua montagnola e lei aveva chiuso gli occhi e rantolava, stringendolo e ricevendone i baci, continui, incessanti, ecco, proprio a quel punto, lui di sopra fece un cenno ad un tizio che si avvicinò e prese lui a toccarla, ad aprirla e infilare, piano, un dito e poi due, così come gli aveva spiegato lui, lentamente, lentissimamente, dentro di lei, lei che gorgogliava e sussurrava ad occhi chiusi, in estasi, stringendogli forte il cazzo e poi venne, venne, affannosamente, strabuzzando gli occhi, improvvisamente spalancati, mentre lui col corpo le nascondeva alla vista quell'altro che rapidamente si defilò.

non glielo disse mai. e non lo rifece. era completamente smarrito. lo sapeva. lo sospettava. sospettava che la forza dell'erotismo sarebbe stata così forte da non permettere riconoscimenti, da non far cogliere diversità di carezze, e tocchi e penetrazioni, ma vederlo, sentirlo, toccarlo, lo sconvolse.

fu lei, molti anni dopo, che un giorno in vacanza, quando la stagione della passione era finita da un pezzo, che osservando dalla terrazza due ragazzi che si baciavano sulla spiaggia, con lui che le aveva slacciato il reggiseno e aveva preso a baciarle il costato, ecco, fu lei, lì, che gli disse che era stata una fortuna che dopo quella volta, quell'unica volta, lui non avesse più riproposto quella cosa del cazzo.

"te ne eri accorta?"

"e che sono scema?"

"ma allora..."

lei si avvicinò, gli strinse le spalle con un abbraccio fraterno, poi lo girò e gli si schiacciò contro e lo baciò, tenera.

Rimasero abbracciati così un bel pezzo, in silenzio, così, abbracciati, mentre il rumore del mare ne cullava le orecchie. poi lei alzandosi un poco sulle punte dei piedi e parlandogli all'orecchio gli disse: "mentre tu mi baciavi e quell'altro mi toccava ed io toccavo te, con l'altra mano, io...."

"glielo hai toccato?"

"bè toccato proprio no.... diciamo stretto ..... stretto, stretto... come il tuo... ricordi?"

da sotto un immediato irrigidimento. lei rise. "vieni in camera, dai..."

in camera lo fece spogliare completamente,. Poi gli chiese di sdraiarsi sul letto a pancia in su. lui allargò le gambe per bene e lei ancora vestita, prese a baciarglielo con passione e, mentre lo mangiava, gli carezzava i testicoli.

"era grosso?" chiese lui in un rantolo

"sìììììì" rispose lei, lasciandolo per un attimo. poi ridescese e iniziò a leccargli lentamente il buco del culo, mentre con le dita gli disegnava dei ghirigori tutto intorno.

"amore mio, sono io la tua puttanella" le disse lui " ti prego..."

lei riprendendo il pompino, gli infilò di botto il medio nel culo. e quando poi a quello si unì anche l'indice, lui chiese: "sei tutta dentro di me?" lei rispose sì e lui venne con uno scroscio.

 
 
 
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Qui non c'è vita vera, ma solo letteratura, ovvero vita attraverso la tastiera.

Se non vi va di leggere di questi argomenti, lasciate stare.

Se vi interessano, spero di riuscire ad essere all'altezza delle vostre attese.

 

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