estremalatitudine

Una festa


arrivarono alla festa separati. entrambi con i rispettivi. lei prima. lui dopo. una mezzora di differenza. grande festa. tanta gente.lei con suo marito si confuse in mezzo ai camerieri che giravano con gli immancabili stuzzichini, cercando con gli occhi qualcuno di conosciuto o, quantomeno, il tavolo con il vino.Dopo, lui fece lo stesso. Inevitabilmente, per quanto la sala fosse grande, a forza di girare intorno senza meta, si incrociarono. un saluto cortese. un bacio sulla guancia. una stretta di mano. due parole e poi via di nuovo nel casino.Dopo, molto tempo dopo, un'ora o forse più, lei, profittando del fatto che lui fosse solo, gli si avvicinò e gli sedette vicino. Sorrise e gli disse qualche stupidaggine. Lui rise. Qualche minuto, insieme. Tensione.Poi nel lasciarlo, riavvicinandosi per dargli un bacio sulla guancia, lei si sporse e gli mise in mano qualcosa. "Sono per te"Lui la guardò andare via. Seguì i suoi fianchi fasciati. Osservò i polpacci. Stupenda, come quando, a letto, le sbirciava di nascosto la linea del seno o la rotondità del sedere. Stupenda.Risendendosi sul divano, guardò cosa gli aveva lasciato. Pizzo nero. Non era il caso. Si alzò e, mettendosi quella cosa in tasca, cercò una toillette. Rimasto solo, dietro una porta chiusa a chiave si tolse di tasca quella cosa per scoprire che era delle mutandine di pizzo nero.Proprio in quel momento trillò un sms. Era lei. Il suo nick. Diceva solo: "le ho tolte per te".Cancellò il messaggio, si rimise le mutandine in tasca e ritornò in sala.La cercò con gli occhi. Lo beccò invece sua moglie che lo trascinò da amici in una discussione senza senso. Intanto che parlava si guardava in giro.Molta gente si era tasferita in una sala attigua a ballare. Lei, lei era in fondo alla sala, seduta. Con le gambe accavallate. La gonna stretta la chiudeva appena sopra il ginocchio.Pensò a quando avrebbe dovuto alzarsi. Nervosismo. Quasi lo avesse sentito, lei lo fece, lentamente, proprio in quel momento. Un flash. Una immagine. Le gambe di lei discostate, aperte sul letto. Lo aspettava. Lo voleva. Il biancore della pelle, il nero della peluria, il rosa scuro della sua carne. Giramento di testa. Eccomi, qui, di nuovo. Tornò a guardarla, mentre faceva finta di ascoltare chi aveva di fronte. Il ritorno delle gambe vicine. Leggeremente discostate. Leggermente. Le due ginocchia vicine. Rialzarsi. Stoffa che si tende. Un tuffo al cuore.Più tardi, mentre sua moglie ballava, riuscirono di nuovo a stare soli un momento. "La casa è grande" sospirò lei. "Sei pazza"Si ritrovarono al piano di sopra, dove senza spogliarsi lui la prese da in piedi. Lo spessore della gonna avvolta in vita li separava quando cercavano di baciarsi.Dopo averla presa, lui la fece girare e appoggiare ad un muro, per poi scendere e mangiarla . Il sapore di lei era denso e dolce. Da svenire.Tornati giù separatamente, riuscirono a vedersi da soli solo alcuni giorni dopo.Finito di fare l'amore, lui nello sdraiarsi sulla schiena le disse: "L'altra sera, potevi dirmelo prima, no?"No, perché mi è venuto proprio lì per lì." rispose lei allargando le braccia sulla sua testa, come a stirarsi "sarà stata tutta quella gente, tutti quei complimenti, ma mi era venuta una voglia...."