estremalatitudine

corto 72


La capa era lei, punto e basta!Quel cazzo di azienda se l'era costruita passo per passo e adesso era sua. Era lei la capa, cazzo! Gli azionisti si fidavano solo di lei. Li aveva resi ricchi, quegli stronzi!Sempre perfetta, inappuntabile, con i tempi della giornata rigorosamente (ed equamente) divisi tra ufficio e palestra, aveva un unico debole che alla lunga un pochino si era risaputo, anche se lei era stata più che attenta a stroncare sul nascere ogni pettegolezzo con licenziamenti immediati, anche a costo di pagare sontuose buone uscite.La sua debolezza era che prima o dopo voleva che tutti quelli che lavoravano con lei, i suoi primi livelli, i dirigenti, i manager di quella premiata azienda, prima o dopo, tutti, ma proprio tutti, le avessero leccato la figa. Dei loro ammenicoli ridicoli non le interessava un fico. A lei bastava che fossero attenti nel fare quello che lei ad un certo punto non resisteva e ordinava loro, alzandosi da dietro la scrivania, venendo davanti, appoggiandosi al tavolo o al divano e tirandosi su la gonna quanto bastava: leccala.Non lo chiedeva spesso, né aveva dei preferiti. chi c'era, c'era. dipendeva dal momento. di solito verso fine giornata.S'alzava, si metteva in piedi e si tirava su la gonna. Le gambe slanciate sui tacchi incorniciavano normalmente un intimo nero, che il fortunato doveva scostare (mai abbassare!) e iniziare a leccare, intanto che lei si aggrappava con le mani affusolate al tavolo o al bordo della poltrona o del divano e conteneva gli spasimi che languidamente la prendevano tutta.Dopo, lei si rimetteva a posto, tornava alla scrivania e allontanava il dirigente di turno. Facile immaginare di non dover dire niente a nessuno. Chi l'aveva fatto, fuori, immediatamente!