estremalatitudine

corto 34 (bis) seguito


Si rivedono dopo una settimana. A casa di lei, con suo marito. Devono discutere i dettagli finali del progetto. La loro nuova casa. Quella che lei desiderava da tanto. Lei si lancia. Suo marito frena. Lei vorrebbe le cose più costose, le più belle. Lui, l'architetto, spesso le dà ragione e, quando il marito non vede, la guarda, la guarda a quel modo, come aveva fatto prima che tutto accadesse, come aveva fatto quella mattina, quando si era rialzato su di lei girata di schiena, era uscito e con lo sguardo aveva seguito la curva piena del culo, la schiena inarcata e gli occhi di lei, soddisfatti, che con la testa appoggiata di fianco sul cuscino lo guardava a sua volta.Un brivido. Poi di nuovo la casa. Gli accordi. Qualche modifica. Poi serve la firma."Passo io da lei, se vuole" propone lei. Lui guarda il marito, immerso in altri pensieri, poi risponde: " va bene. Dopodomani mattina sarà tutto pronto."Lei si allontana. Il marito allora, come si svegliasse da un sonno, chiede: "quanto il suo disturbo?" L'architetto risponde "il 10% dei lavori, ma vista la rilevanza, va bene anche il 7%" "5%?" "No la prego: non posso" e sorride, lo stronzo, sorride al marito e anche a lei che dalla soglia della stanza lo guarda contenta.Uscendo una stretta di mano e una conferma: dopodomani mattina.Neanche la fa entrare, dopodomani mattina. In ingresso la gira contro il muro. la spinge, le solleva la gonna, le sfila le mutandine e scende un attimo a mangiarla, così in piedi, piegata in avanti. Poi si rialza e tenendola sempre ferma con la mano sinistra aperta e pesante sulla sua schiena, tra le scapole, in mezzo, si apre la patta e glielo infila di colpo, la prende, così, sulla soglia e ne assapora lo sciogliersi, il liquefarsi, le appoggia la bocca all'orecchio, la bacia, le parla, sussurra: è questo che volevi?Lei scuote la testa in silenzio. Sì, sì, sì.