estremalatitudine

corto 78


Scese dalla macchina che pioveva a dirotto. Lui passava di lì. Dato che lei non aveva di che ripararsi, lui istintivamente allungò verso di lei il braccio col quale reggeva l'ombrello. Lei rialzandosi gli sorrise per la gentilezza. Un attimo.Poi l'autista la raggiunse con l'ombrello. Lui si scostò e rimase un attimo fermo a guardarla andar via.Avevano parcheggiato praticamente sul marciapiede. Una Mercedes gigantesca. Nera. Si diressero verso il portone più vicino. Prima di entrare lei si girò e lo guardò quasi invitandola a seguirla.Lui se ne accorse, ma fece finta di nulla. Poteva essersi sbagliato. Era la cosa più probabile.Appena l'autista tornò alla macchina e liberò il marciapiede, lui che quel pomeriggio non aveva molto da fare si avvicinò al portone e scorrendo il citofono cercò di immaginare dove potesse essere andata.Una bella signora così. Con l'autista. Era un palazzo tutto di uffici. Un notaio al terzo. Probabilmente lì.Salì fino al terzo ed entrò. Nei pochi attimi prima che la segretaria venisse a chiedergli di cosa aveva bisogno, lui si guardò in giro, allungando la testa a sbirciare nella sala d'aspetto.Lei era là seduta, con le belle gambe accavallate. I capelli non le si erano bagnati troppo. Lui era stato veloce nel ripararla.Alla tizia che gli chiese disse che voleva vedere il notaio per una questione riservata. Gli disse che c'era da aspettare. Lo immaginava, rispose. Fu accompagnato alla sala d'aspetto. Pochi passi. Erano soli.Lei sollevò la testa e non parve sorpresa. Forse le capitava spesso che uomini la seguissero. Poteva anche essere, data la sua bellezza evidente."Mi ha seguito?" gli chiese"No, un caso" le donne amano il caso, pensò, anche se non ci credono per niente."Grazie comunque" riprese lei.Iniziarono a parlare del più e del meno. Sorrideva alle sue battute e qualche volta, rara, rideva pure. Niente di intimo, nessuno scivolamento sul personale. Si era sbagliato, in strada, quando gli era sembrato di cogliere nello sguardo di lei un invito? Evidentemente...Poi sulla porta comparvero due uomini. Uno capì poi che era il notaio. L'altro doveva essere il marito o il compagno, vista la confidenza con la quale le si rivolse.Lei si alzò e i due uomini si girarono per andare verso la porta dello studio. Nel passargli vicino lei gli lasciò scivolare un biglietto col proprio numero di cellulare.Quando il giorno dopo la chiamò, lei fece finta di non ricordarsi, ma accettò un appuntamento.Una pazza, pensò lui, andando quasi di controvoglia all'appuntamento. Vederla arrivare su tacchi alti e gonna al ginocchio gli fece scordare ogni dubbio e ogni prudenza.Finì il ppomeriggio legato come un salame, intanto che lei lo schiaffeggiava, ancora completamente vestita.Lui non si divertì per niente. Non erano cose per lui. Il legarsi poteva anche starci, ma farsi menare da una che aveva anche riparato dalla pioggia, no.