estremalatitudine

corto 85


ripensandoci non avrebbe saputo dire perché o cosa lo spingesse ogni volta là dove razionalmente non avrebbe voluto finire.eppure ogni volta che una signora o una ragazza gli girava intorno per più di pochi secondi era più forte di lui, sentiva l'odore, il profumo e l'istinto, l'istinto si risvegliava.cominciava a corteggiarla e se avvertiva apertura diveniva insistente, dolcemente aggressivo, diretto, sfacciato, gioiosamente maschio e se poi finivano a letto, non sempre, neanche spesso, ma capitava, capitava più di quanto lui razionalmente avrebbe voluto, se finivano a letto, ecco lui diventava padrone, maschio, alto, grande, sicuro, duro, prepotente, potente, sprezzante e al contempo attento a rispettare la preda, così da poterne godere di più, più a lungo , di più, esattamente come fanno i gatti quando giocano, lanciano in aria, fanno scappare e poi riprendono, sicuri, tranquilli, divertiti.così faceva lui, baciando, lecccando, toccando, carezzando, scopando, penetrando, fermandosi dentro, uscendo e scomparendo, per poco, quel tanto che lei, la ragazza, la signora, la preda con un gesto, un suono, una carezza lo richiamava a sé, lui padrone, lei schiava, lui preda, lei cacciatrice.dopo, tornando a casa si chiedeva perché, perché era scattata ancora una volta la molla, con quella poi, sì, certo carina, ma niente di chè e poi oca, oca che neanche le oche l'avrebbero presa e invece lui sì, lui sì, sempre, inevitabilmente.