Creato da televisionetica il 20/05/2011
Analisi dei contenuti dei programmi televisivi, secondo un giudizio etico
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Agli sgoccioli dei mondiali, con la nazionale di calcio mestamente a casa, riguardiamo quello che abbiamo visto con sguardo critico. Cosa ci resta? Sostanzialmente palinsesti strapieni di calcio, così pieni da offuscare non solo gli altri sport e tante migliaia di altre notizie. E' giusto? Ed è giusto sentir parlare con accenti drammatici di un gol subìto o di una palla che rimbalza su una linea di porta senza che l'arbitro misuri i millimetri? Certo è cosa buona il tifo, ma a tutto c'è un limite per non scadere nel grottesco: serve certo a non pensare ai nostri problemi, ma è nato prima l'uovo o la gallina? Cioè, è la TV che è gonfia di calcio perché la gente non sa pensare ad altro o la gente non sa pensare ad altro perché la TV è gonfia di calcio? E come fa l'operaio della Piaggio che viene licenziato ad entusiasmarsi e adorare chi in mezza giornata di gioco guadagna quello che lui/lei guadagna in un anno? Non sente e non si risente per la sperequazione? Tutto è addormentato nella nostra Insomma: abbiamo perso e questo ci deve far riflettere non solo su chi sia il migliore allenatore o perché Cassano è rimasto a casa, ma su cosa ci propone la TV, se sia solo un soporifero per le coscienze, che concede spazi per incanalare e assoggettare la contestazione e l'insoddisfazione, o se invece dovrebbe dare di più. In caso contrario, non avremo perso solo il mondiale
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