UTOPIAPOSSIBILE

NI DIEU NI MAITRE


La cigarette sans cravateQu'on fume à l'aube démocrateEt le remords des cous-de-jatteAvec la peur qui tend la patteLe ministère de ce prêtreEt la pitié à la fenêtreEt le client qui n'a peut-êtreNI DIEU NI MAÎTRELe fardeau blême qu'on emballeComme un paquet vers les étoilesQui tombent froides sur la dalleEt cette rose sans pétaleCet avocat à la servietteCette aube qui met la voilettePour des larmes qui n'ont peut-êtreNI DIEU NI MAÎTRECes bois qu'on dit de justiceEt qui poussent dans les supplicesEt pour meubler le sacrificeAvec le sapin de serviceCette procédure qui guetteCeux que la société rejetteSous prétexte qu'ils n'ont peut-êtreNI DIEU NI MAÎTRECette parole d'évangileQui fait plier les imbécilesEt qui met dans l'horreur civileDe la noblesse et puis du styleCe cri qui n'a pas de rosetteCette parole de prophèteJe la revendique et je vous souhaiteNI DIEU NI MAÎTRENI DIEU NI MAÎTRE ! (inviata da Riccardo Venturi
Enrico Medail.
NÉ DIO NÉ PADRONELa sigaretta di prammaticaAccesa all'alba democraticaCon il rimorso del custodeMentre il terrore vi corrodeDi questo prete il ministeroE la pietà che sta al balconeE il cliente che non haNÉ DIO NÉ PADRONEIl nostro tragico fardelloImpacchettato per le stelleChe cadon fredde sul selciatoEd una rosa denudataQuesto avvocato e le sue carteE un'alba di disperazionePer questo pianto che non haNÉ DIO NÉ PADRONELe travi dette di giustiziaSpuntate all'ombra del supplizioAmmobiliando il sacrificioCon una bara di servizioLa procedura che sorvegliaChi viene messo in proscrizioneCon il pretesto che non haNÉ DIO NÉ PADRONEQuesta parola del vangeloChe agli imbecilli vende il cieloE dà un blasone e uno stileAnche all'atrocità civileQuesta parola da profetaDi augurio e rivendicazioneChe non conosciate maiNÉ DIO NÉ PADRONENÉ DIO NÉ PADRONE  'Versione italiana di Alessio Legada "Sotto il pavé la spiaggia" (2006)
NÉ DIO NÉ STATOLa sigaretta del mattinoSenza cravatta e un po’ di vinoCon la pietà repubblicanaE la paura dalla tanaIl ministero di quel pretePer la pietà di chi è curatoDi avere avuto troppa seteNé dio né statoEd il fardello impacchettatoPer fare un viaggio all’altro mondoLa pietra fredda che dal fondoAccoglie un fiore calpestatoE l’avvocato dell’ufficioIl sole che è stato bendatoPer non vedere il sacrificioNé dio né statoQuel braccio detto della morteChe vive in seno alle prigioniSbarrato a tutte le illusioniCol boia che bussa alle porteLa procedura che riguardaChi corre il filo della cordaChi non ha mai consideratoNé dio né statoQuella parola del divinoChe fa piegare il burattinoE agli imbecilli da potereE da al potere le galereQuesta parola del vangeloIo che la nego io che la sveloPer tutto ciò che ci è costatoNé dio né stato