Gocce di luce

Post


COME LITIGHIAMO?E dopo il meraviglioso fine settimana a Cremona passato tra una valanga di torrone e un freddo da Polo Nord, rieccomi a casina Come ogni lunedì ho ripreso il lavoro e la consueta riunione serale con il mio gruppo giovanile. Dovete sapere che ultimamente stiamo cercando di lavorare sulle dinamiche dominanti di un gruppo ossia sulla capacità di ognuno di noi di relazionarci con i nostri compagni per cercare di conoscerci meglio e in tal modo di rapportarci nel migliore dei modi senza cercare di prevalere l’uno sull’altro…eccallà lupus in fabula! Difatti ammetto che a volte mi è capitato di prevaricare alcuni componenti di Telos senza pensare che l’obbiettivo comune viene raggiunto quando ogni membro del gruppo lavora per sé e per il gruppo in modo democratico, senza incorrere in litigi per il comportamento altrui. Difatti ieri sera abbiamo lavorato sulle metodologie adottate da ognuno di noi per portare a termine un litigio o una discussione….vi giuro che è uscito di tutto!. Spesso e volentieri l’ira si manifesta attraverso urla, linguaggio volgare, gesticolazioni, chiusura, abbandono del campo, oppure nelle menti più subdole e spietate con strategie ben delineate quali il sarcasmo, la stoccata veloce e profonda, l’ignorare l’avversario e il cercare in ogni modo di renderlo inoffensivo puntando sui talloni d’Achille, battendo sempre sul dentino che fa male, ma con quella raffinatezza che ci porta ad aver ragione. Di solito chi attua una tattica cerca prima di studiare gli atteggiamenti della contro parte e soprattutto i punti deboli, stando ben attento a non cadere nell’autocontaraddizione rischiando di segnare un clamoroso autogol. Dalla discussione ne è nata poi una riflessione che ancora mi dà da pensar ossia: a volte noi diciamo :”Mi hai fatto arrabbiare”, mentre sarebbe più corretto usare l’espressione:” Mi sono arrabbiato”, poiché l’ira nasce da noi non dalle provocazioni altrui, difatti la reazione è una conseguenza, ma l’ira non è altro che un sentimento che passa in secondo piano se siamo in pace con noi stessi. Ovviamente non è semplice poiché la mia obbiezione al correlatore è stata”Ma se mi trovassi di fronte a uno stupro, come potrei fare a stare in pace coi sensi?”…in effetti la risposta è stata “ La reazione è lecita, ma l’ira può essere moderata attraverso la forza morale”. Io credo che per giungere a tanto ci sia bisogno di un appiattimento dei sensi. A dire il vero ho notato che c’è gente che riesce a moderare molto le suddette pulsioni, nel mio caso non si manifesta con urla e sceneggiate melodrammatiche, bensi con l’abuso di acidità stucchevole condita a una buona dose di sarcasmo e supponenza. Ultimamente ho inoltre scoperto che le persone detestano essere ignorate, difatti spesso e volentieri risentono di un certo senso di protagonismo che li vuole al centro dell’attenzione. Nel momento in cui quest’attenzione viene meno e si passa alla non curanza dell’individuo ecco che arrivano lampi e fulmini, poiché chi si sente snobbato e ignorato, entra in uno strano tunel colmo di paranoie e ira che lo porta lentamente allo sclero. Sinceramente bisogna essere sadici per mettere in atto strategie persecutorie di tal genere, ma come detto prima la pace dei sensi dipende da noi, se siamo in pace con noi stessi anche l’ira non viene contemplata. E’ stato comunque affascinante vedere come la gente affronta i litigi, la mente è cosi complessa che in ognuno di noi, anche nella più dolce delle creature, si puù celare il più spietato dei serial killer.. Devo riflettere ancora sulla pace dell’essere…c’è qualcosa che ancora non mi torna.