evalunaebasta

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La mia vicina di casa mi spia dalla finestra. Aspetta che esca per chiedermi qualche cosa. Ha sei figli distratti, lei. E me...che sono sempre di corsa ma la porto a far la spesa o dal dottore. Ha me...che sfoglio i suoi album di fotografie da anni, come se fosse sempre la prima volta. Ed annuisco comprensiva quando mi racconta il suo passato. Non mi ha mai chiesto niente di quel che provo. Nemmeno se sono felice. Ma si sa, i vecchi sono un po’ egoisti. Proprio come i bambini. Io, d’altra parte, non le ho mai detto niente. Non le ho detto nemmeno oggi della fatica che faccio a respirare. Di quanto mi senta sola senza mia madre. Forse, potrei andare per strada adesso. E mettermi a gridare forte. Che mi senta lei, che mi sentano tutti quanti, finalmente. In modo che si sappia che ridere non vuol dire essere felici. Che, di una donna, non bisogna guardare solo la bocca ma anche gli occhi. Nei miei ci sono tante ombre, le lacrime per gli uomini che ho incontrato, il tormento che mi serra la gola come quello stupido anello che non riesco più a sfilare dal dito. Nessun sogno più, nessun segno di vita e d’amore. Solo assenza. La mia essenza. Assenza. Ci andrò per strada, fra poco. Per davvero. Sorridendo. Sono brava. Sono brava a fare finta, io.