evalunaebasta

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Trascorrere un po’ di tempo a rileggere ciò che ho scritto spesso mi serve a comprendere meglio…ad essere ancora…a non smarrire quel  che sembra slacciato.E’ una finestra schiusa sul passato che non è mai remoto. E non ha valore piangere, nè ha peso…chè tanto nulla cambia e nulla mai sparisce. Restano tutte lì quelle parole…a raccontare come, a diventare volti e mani e spalle un po’ ricurve e gesti e, dio mio, quante persone!!!E far del sè un libro serrato, del mai una bandiera, del sempre un principio caparbio.Leggere quel che  è scritto, un diario virtuale che come pregio ha solo la presunzione di voler esser vero e la spudoratezza   di lasciarsi guardare.E fra le gambe un sogno e fra le braccia una promessa consumata.E fra le labbra un bacio e un impegno che scivola  sull’imprevisto. Leggere quel che ho contato d’essere e trovar ciò che ero…felicità raggiunta.O quel che sarei…angelo sulla terra.  E ancora quel che sarò…un’ombra lunga.E l’orizzonte è un miraggio lontano e cambia ad ogni ora alla mia vista.Leggere come fosse vita d’altri e ritrovarmi uguale a me stessa…ha il senso del definitivo, la compattezza delicata del raggiunto,  l’aria spostata  da quel mio braccio proteso ed il tepore arido che stringe la mia mano.E poi c’è quel desiderio che mai m’abbandona…quella smania di sentirmi dire…ci sono, sono qui…non t’abbandono.