Creato da piccolababy3 il 30/12/2008

Gesù Guarisce Ancora

Antonella

 

 

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Post n°32 pubblicato il 29 Giugno 2009 da piccolababy3

L'IMPURITA'

Il peccato che più facilmente porta all'inferno è l'impurità. Dice Sant'Alfonso: "Si va all'inferno anche solo per questo peccato, o comunque non senza di esso".

Ricordo le parole del demonio riportate nel primo capitolo: 'Tutti quelli che sono là dentro, nessuno escluso, ci sono con questo peccato o anche solo per questo peccato". Qualche volta, se costretto, anche il diavolo dice la verità!

Gesù ci ha detto: "Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio" (Mt 5, 8). Ciò significa che gli impuri non solo non vedranno Dio nell'altra vita, ma neanche in questa vita riescono a sentirne il fascino, per cui perdono il gusto della preghiera, pian piano perdono la fede anche senza accorgersene e... senza fede e senza preghiera non percepiscono più per quale motivo dovrebbero fare il bene e fuggire il male. Così ridotti, sono attratti da ogni peccato.

Questo vizio indurisce il cuore e, senza una grazia speciale, trascina all'impenitenza finale e... all'inferno.

MATRIMONI IRREGOLARI

Dio perdona qualunque colpa, purché ci sia il vero pentimento e cioè la volontà di mettere fine ai propri peccati e di cambiare vita.

Fra mille matrimoni irregolari (divorziati risposati, conviventi) forse solo qualcuno sfuggirà all'inferno, perché normalmente non si pentono neanche in punto di morte; infatti, se campassero ancora continuerebbero a vivere nella stessa situazione irregolare.

C'è da tremare al pensiero che quasi tutti oggi, anche quelli che divorziati non sono, considerano il divorzio come una cosa normale! Purtroppo, molti ormai ragionano come vuole il mondo e non più come vuole Dio.

IL SACRILEGIO

Un peccato che può condurre alla dannazione eterna è il sacrilegio. Disgraziato colui che si mette su questa strada! Commette sacrilegio chi volontariamente nasconde in Confessione qualche peccato mortale, oppure si confessa senza la volontà di lasciare il peccato o di fuggirne le occasioni prossime. Quasi sempre chi si confessa in modo sacrilego compie anche il sacrilegio eucaristico, perché poi riceve la Comunione in peccato mortale.

 
Rispondi al commento:
framedgl2
framedgl2 il 03/11/09 alle 19:24 via WEB
Ti ho mandato un messaggio importante ma tu e Spassionato avete la casella piena.Prega x mia figlia che si trova in un momento molto delicato e temo errori irreparabili.Sono disperata!Grazie.franca
 
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 La confessione dei peccati non è un optional valido solo per alcuni

Quesito : Caro Padre Angelo, sono credente e cerco .... di essere anche praticante. Ma ... sono un essere contingente. Ho conseguito il diploma di teologia per laici presso il seminario di Treviso dopo aver superato gli esami d'obbligo. Ho letto il resoconto di una conferenza di p.alberto maggi p.dei pp. servi di maria ove emerge che un cristiano si può avvicinare alla comunione anche senza confessione con un sacerdote: è proprio quando si è in peccato che si ha bisogno di Dio. Dopo che luterani e cattolici hanno ritirato le relative scomuniche e accettato "sola gratia, sola fide" è possibile tutto questo? P. Alberto Maggi sostiene che chi si sente a disagio può seguire la strada della confessione, ma chi ha peccato e si è pentito e vuole avvicinarsi all'eucarestia senza confessione non commette sacrilegio. Personalmente credo che Dio vede tutto e meglio di un altro uomo anche se delegato da Lui. La domanda è: se sono contrito ed ho chiesto perdono a Dio posso comunicarmi? QUESTO è UN MIO CASO DI COSCIENZA E NON INTENDO USCIRE DAI LIMITI DELLA CATTOLICITA'
Grazie
Cordialità
Dr. Alfonso Mauro Del Re

Risposta del sacerdote : Caro Alfonso, 1. la dottrina della Chiesa parte da quanto ha detto il Signore: “a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi” (Gv 20,23). Da queste parole si comprende facilmente che Gesù ha legato il suo perdono al perdono della Chiesa, anzi al giudizio della Chiesa. Ha detto infatti: “A chi non li rimetterete, resteranno non rimessi”.Il Signore non ha detto: “rivolgetevi direttamente a me, e siate certi che vi perdono”. Ma ha legato, sottolineo legato, il suo perdono a quello della Chiesa.
E quanto la Chiesa non perdona attraverso il ministero del sacerdote nella celebrazione del Sacramento della Penitenza, neanche Cristo lo perdona.

 

2. Fatta questa premessa si capisce meglio quanto dice il Magistero.
Giovanni Paolo II in Reconciliatio et paenintentia ha detto che “la confessione individuale e integra dei peccati con l’assoluzione egualmente individuale costituisce l’unico modo ordinario con cui il fedele consapevole di peccato grave è riconciliato con Dio e con la Chiesa. Da questa riconferma dell’insegnamento della Chiesa risulta chiaramente che ogni peccato grave deve essere sempre dichiarato con le sue circostanze determinanti in una confessione individuale” (RP 33).
Inoltre ha ribadito in sintesi la dottrina del Concilio di Trento dicendo che “la confessione completa dei peccati è richiesta dalla volontà salvifica di Dio (iure divino), affinché la Chiesa, mediante i ministri ordinati, possa esercitare la funzione di giudice, di medico, di guida delle anime, di restauratrice dell’ordine della creazione compromesso dal peccato”.
Ecco il testo del Concilio di Trento: “Se qualcuno dirà che nel sacramento della Penitenza non è necessario per disposizione divina (ex iure divino) confessare tutti e singoli i peccati mortali di cui si ha la consapevolezza dopo debita e diligente riflessione, anche occulti e commessi contro i due ultimi precetti del decalogo, ed anche le circostanze che mutano la specie del peccato; o dirà che la confessione è utile soltanto ad istruire e consolare il penitente, e che un tempo fu osservata solo per imporre la penitenza canonica; o che quelli che si studiano di confessare tutti i peccati non intendono lasciar nulla alla divina misericordia perché lo perdoni; o finalmente che non è lecito confessare i peccati veniali, sia anatema” (DS 1707).
3. Quando si dice che la confessione è l’unico modo ordinario per la remissione dei peccati gravi si vuole ricordare che essi possono essere rimessi anche mediante un atto di contrizione perfetta, e questa si può fare in qualsiasi momento.
Ricordo che per contrizione s’intende il dolore e la detestazione del peccato commesso.
 E la contrizione si dice perfetta quando ci si dispiace non semplicemente perché si è persa la grazia di Dio, ma molto più perché si è offeso il Signore, infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa.

 

BENEDIZONE

Ma la contrizione è perfetta solo se include il proposito di confessarsi al più presto. Infatti la contrizione è perfetta quando la volontà dell’uomo peccatore si conforma alla volontà di Dio. Questa è la vera riconciliazione.
E poiché Dio ha determinato di passare attraverso il sacramento della Penitenza, la contrizione è perfetta solo se include il proposito di confessarsi al più presto.

4. Le parole del P. Alberto Maggi valgono per chi ha solo dei peccati veniali, i quali, di per se stessi, non tolgono la grazia di Dio.
E allora per fare la Santa Comunione è sufficiente un atto di dolore, come quello che la Chiesa fa compiere ai fedeli all’inizio della celebrazione eucaristica.
Pertanto alla tua precisa domanda: “se sono contrito ed ho chiesto perdono a Dio posso comunicarmi?”rispondo così: se si tratta di peccati gravi no, se si tratta di peccati veniali sì.

La questione, caro Mauro, è molto delicata e bisogna essere precisi e attaccati al Magistero della Chiesa, la quale in materia è l’unica Maestra abilitata e garantita da Cristo.

Ti ringrazio per il quesito, ti ricordo nella preghiera e ti benedico.
Padre Angelo

 

RICEVETE LO SPIRITO SANTO

Gli apostoli sono adunati con Maria, nel cenacolo. Tutta la chiesa, in modi e momenti diversi è adunata oggi nei cenacoli sparsi per il mondo, nella fiduciosa attesa che lo Spirito scenda ancora in una rinnovata pentecoste. La chiesa, del nuovo millenio, dopo aver rese grazie a Cristo, redentore del mondo, sente urgente il bisogno di rinnovarsi ancora interiormente, di trovare nuove energie, che solo dall'Alto può sperare, per spingere ancora a largo le sue vele e per calare in modo efficace e convincente il messaggio di Cristo nel cuore degli uomini. E' l'auspicio del Papa, che diventa anelito di noi credenti. Bisogna che ognuno torni a respirare abbondantemente l'alito di Dio, abbiamo bisogno di nutrirci d'amore vero per poi poterlo spargere come balsamo dentro le frenesie e le paure degli uomini. Quelle lingue di fuoco che scendono sugli apostoli e li trasformano da pavidi ed insicuri, in intrepidi annunciatori del Vangelo, tornano a calarsi sulla chiesa e su ciascuno di noi. Per quello Spirito diventiamo creature nuove, diventiamo convinti della verità e assertori e fattori di verità, riscopriamo la forza per praticare e proporre il comandamento dell'amore e di vivere integralmente il vangelo di Cristo. "Vieni, Spirito Santo, vieni a rinnova la faccia della terra, rinnova il volto di ogni uomo, rinnova i nostri cuori, riscaldaci con l'Amore del Padre e del Figlio che per l'eternità vivono uniti dal tuo vincolo per i secoli senza fine". Amen.

 

 

 

 

 

 

 
 

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