ezio brugali blog

connubio poesia-natura (II parte)


 La quercia caduta  - Giovanni Pascoli Dov'era l'ombra, or sé la quercia spandemorta, né più coi turbini tenzona.La gente dice: Or vedo: era pur grande!Pendono qua e là dalla coronai nidietti della primavera.Dice la gente: Or vedo: era pur buona!Ognuno loda, ognuno taglia. A seraognuno col suo grave fascio va.Nell'aria, un pianto… d'una capinera che cerca il nido che non troverà. Nella poesia troviamo tutti i componenti propri della poetica pascoliana, come la carenza delle figure patriarcali, la dimora come nido conservativo e la vita coll’ avanzare nella sua nenia. Rimane fissata nella memoria un immagine di tristezza, di solitudine e ingiustizia...perchè gli uccellini che risiedevano sulla quercia protettiva, ospitale non hanno più il loro primordiale riferimento; l’albero viene fatta a pezzi dall'uomo...e il loro nido non ci sarà mai più  Quercia potata , Hermann HesseTi abbiamo tagliato,albero!Come sei spoglio e bizzarro.Cento volte hai patito,finché tutto in te fu solo tenaciae volontà!Io sono come te. Non horotto con la vitaincisa, tormentatae ogni giorno mi sollevo dallesofferenze e alzo la fronte alla luce.Ciò che in me era tenero e delicato,il mondo lo ha deriso a morte,ma indistruttibile è il mio essere,sono pago, conciliato.Paziente genero nuove foglieDa rami cento volte sfrondatie a dispetto di ogni penarimango innamoratodel mondo folle.   A contrassegnare la produzione poetica diHermann Hesse sono la grande speranza e la certezza che questo mondo sia volto a scopi più nobili del mettere in gioco la propria vita. Nei suoi lavori è sempre riscontrabile la continua ricerca di una pace interiore che arrivi dopo travagli. La poesia “Quercia potata” conferma questa sua insistita convinzione che la vita, nonostante i tormenti, riservi un tesoro prezioso degno d’esser scoperto e speso vivendo.