ezio brugali blog

connubio poesia-natura (III parte)


 Pastello  - Luciano Erba - alle piccole Francesca e Caterina ma come può un coniglio fare il prato più verde una strada ferrata una stazione di mattoni rossi nascondersi fra colline di robinie per farle più spinose e più robinie soprattutto questo odore di foglie nuove ma come può ? come è possibile che tutto un mondo si colori di mattino se vi tengo per mano.Luciano Erba (Milano, 1922 – 2010) poeta, critico letterario e traduttore italiano del secondo Novecento, appartenente alla Quarta generazione della Linea Lombarda.  Luciano Erba è poeta delle cose minime, poeta dello sguardo che si posa sulle cose e da esse trae ispirazione. In questi versi il poeta, stupito, si chiede come sia possibile che oggetti colori odori si accendano, mostrando con un di più di energia e bellezza le loro consuete caratteristiche. La compagnia delle due bambine, sue figlie, e il loro affetto silenzioso sembrano illuminare le cose circostanti.  Il coro delle rane  - Angelo Guarnieri  O rane, disprezzate rane. Sento, questa sera, un fascino irrefrenabile per il vostro canto nel fossato.Un canone ben ordinate melodiato dall' amore. In questo avvio di primavera muove la danza delle ombre all'incanto della notte.Riluce l'oro della luce che non fu. Per tutta la giornata un umido umore ha stampato sulla pelle e nell'intimo sensore un opaco dolore.Una forza molle, vischio che secca l'ugola del pettirosso ha sfarinato il cuore del sogno radicato nel mito dell'interminabile innocenza.Per esso gli uomini potevano cantare in coro; secondo natura, anche senza direttore.Come le rane, con semplicita'. Non era poi offesa al decoro che l'abito non fosse da parata. Angelo Guarnieri, poeta contemporaneo è nato nel 1951 a in Sicilia, si definisce un poeta civile, un poeta che intende fare con le sue strofe, le sue liriche, una battaglia per l'umanità. Guanieri pensa che la sua poesia si esalti con la vena politica. Così canta l'Indignazione, la Costituzione; canta la Pace e la Riscossa: slanci generosi per passare a disillusioni o disincanti. La poesia è una sentita richiesta alla generazione umana di tornare all’umiltà delle piccole  cose, in fondo, il canto delle rane è vita e amore, a che servono all’uomo titoli, palcoscenici e abiti da parata, se poi alla fine è sempre alla ricerca della stessa vita e dello stesso amore che regna sovrana nella natura?