ezio brugali blog

Busnago ai tempi dell’unità d’Italia.


  
exietto 17.03.1861. Busnago ai tempi dell’unità d’Italia.Da Busnago partirono 5 volontari che si aggregarono alle truppe garibaldine. (cit. doc.24/3/1862 in cui si dichiaravano cessati i sussidi alle famiglie dei cinque soldati garibaldini: Luigi Ripamonti, Giovanni Pagliari, Pietro Oggioni, Carlo Vimercati, Carlo Cesare Villa).Inoltre, un busnaghese, tale Giovan Battista Origo, classe 1843, entrò in Roma nel 1870 attraverso la Breccia di Porta Pia insieme ad altri bersaglieri.Ai tempi dell’unità d’Italia, Busnago aveva 1384 abitanti. L’incremento demografico era pressochè nulla dovuto al fatto che il tasso di mortalità infantile era molto alto, unito alle malattie a quel tempo incurabili che presto si prendevano le persone: tale situazione spinsero tanti busnaghesi ad emigrare.La ricchezza era concentrata tutta sulla coltura del gelsi per l’allevamento dei bachi da seta e sui cereali, principalmente frumento e mais mentre i vigneti ormai scarseggiavano da parecchio tempo, da quando un batterio proveniente dall’America del Nord devastò la vigna, e con essa, il famoso Crudello Brut di Busnago, noto per esser finito sulle tavole dei nobili monzesi.Altre fonti redditizie, diciamola meglio: per sopravvivere, erano: l’allevamento di bestiame, la vendita della legna degli imponenti boschi che circondavano il paese, e il brugo della brughiera.La miseria contadina era lievemente mitigata dal possesso di una o due vacche per famiglia, che davano latte e qualche soldo alla vendita del capo di bestiame in fase di maturazione per il macello.In seguito, ci fu un forte sviluppo di attività artigiane, tanto che nel 1872 si contarono ben 22 negozi (tra i mestieri curiosi a noi oggi, spiccano i nomi di: liquorista, pizzicagnolo, gabbellotto potatore, incannatoio).La sanità era sinonimo di pianto e sofferenza: l’acqua che si andava a prendere al pozzo coi secchi a bilancino serviva per bere, cucinare, per far il bucato, per lavarsi la faccia (e niente altro) la mattina. Forse la vasca da bagno c’era solo in Casa Scotti e in casa Porro. Nelle altre case c’era “el sigiun per la bugada” (il mastello per il bucato nel quale ci si lavava completamente forse solo a Pasqua e Natale).La vita scorreva in abitazioni d’affido e cioè date gratis al contadino mai risanate dai padroni, umide, con piccole finestre, quasi tutte appiccicate alle stalle. (stralcio di storia busnaghese tratto da “Busnago, tra l’Adda e il Molgora")  #brugaliezio; #busnago;