ezio brugali blog

Smart working e la divisione di classe


 
exietto  Smart working e la divisione di classe(smarti tu che non smarto io)Da quando è stato introdotto lo smart working, all'interno delle aziende si è involontariamente ma inesorabilmente riacceso il dibattito sulle differenze di trattamento (o privilegi?) tra colleghi, o in questo caso meglio dire tra reparti di colleghi. Ho cercato in rete qualcosa che ne parlasse, spiegasse, che affrontasse il nuovo problema con discussioni e proposte risolutive ma incredibilmente non ho trovato appigli. Eppure è evidentissimo questo sentimento di .. boh .. chiamiamolo di  ingiustizia, che il lavoratore che non può fare smart (cioè che lavora necessariamente in presenza) e chi invece lo può fare (personale della progettazione, del commerciale, della contabilità, del personale etc). Esempi pratici: - settimana prox nevicherà: lo smartista lavora da casa, il personale della produzione o fa un viaggio stile Indiana Jones per raggiungere la ditta oppure deve prendere 1gg di ferie (se ce l'ha, visto che siamo a fine anno..)- il lavoratore del Service ha mal di testa: sta a casa e lavora da casa. Il saldatore meccanico no, prende l'auto e l'oki, poi lavora e prende un altro oki, gli scoppia la testa e mangia pane e oki. (oppure sta a casa ma non si azzarda a prender malattia per un mal di testa e deve prendere ferie).- la commercialista cui viene proposto di lavorare sotto Natale: "ok, verrò a lavorare sotto natale ma ho casa i bimbi, datemi un altro gg di smart". - E quelli del montaggio schede che debbono dire? anche loro hanno i bimbi. Che possono avere in cambio?Potrei citare altre cento situazioni sul genere. Questa disparità di trattamento, come la possiamo quantificare a sfavore di chi lavora in presenza? COME APPAGARLO per questa sua sfiga ?