L'uomo illustrato

In direzione di casa


É mattino. La bocca ha il sapore di un cognac di antica memoria. É lui la sintesi di tutti i miei demoni protettori. Mi blocca la bocca. La rende impastata come se avessi vissuto una notte troppo alcolica. Non da speranza alle mie mille parole. Le sgozza ancora prima di permettermi di parlare.Sono solo una parte integrante di un paesaggio urbano al quale non appartengo. Spettatore viaggiante per una rappresentazione da compiersi solamente dopo la mia partenza. Come spettro ancora sospeso nel mondo dei mortali mi muovo. Cammino. Presente e distante nello stesso istante. Ascolto. Una tenue musica sparata dagli auricolari. Nessun coro delle sirene di Ulisse. Tutto troppo materiale. É lei il mio ponte, il mio collegamento con la realtà. É un ricordo fievole, sbiadito anche se tutto avvenne poche ore fa. Facce sconosciute, a cui non sono debitore neppure di un ricordo sono le comparse in questa parte di viaggio. Fumi di sigarette schiacciate sul porfido e sull'asfalto nella loro immobile ascensione al cielo segnali per qualche direzione.Sarà la mia assenza a rompere l'incantesimo. La partenza con un treno con troppe fermate e soste. In quel attimo tutto tornerà a fluire a ritmo normale. Le ruote delle biciclette torneranno a correre. Le macchine dei caffè finiranno l'espresso iniziato un'ora prima. Le nuvole saranno ancora immobili senza essersi accorte di nulla. Neppure il vento fischierà più forte.