L'uomo illustrato

La partenza del treno


Una signora con uno zaino nera morsica un torsolo di mela cercando gli ultimi grammi di polpa, dopo aver divorato una trancio di focaccia salata. Nel frattempo due innamorati si scambiano i loro baci prima che lei parta sul treno. Si rivedranno dopo poche ore. Anche lei ha uno zaino nero, ma con una molletta marrone per cappelli attaccata. Continuano a schiacciare il pulsante della porta automatica come a tentare di rimandare la partenza del treno. Un uomo dai lunghi capelli bianchi li osserva distratto, mentre, sulla banchina, si dirige verso i bagni. Salgono signore che chiedono informazioni sulle stazioni. Le chiedono a me, forse perchè sono il più vicino alla porta, forse perchè sono l'unico che risponde. Non sono interessate a me, a quello che sto scrivendo al computer, ma solo alla mia esperienza di viaggio. Ignorano, infatti, che sto scrivendo anche di loro e che non c'è un motivo apparente. Annunciano il treno. É un annuncio meccanico, registrato, un annuncio che mette fretta agli ultimi viaggiatori. Trascinano le loro valigie con rotelle e salgono anche loro. C'è posto per tutti. Ma il treno non parte. Aspetta ancora un poco. La signora della mela ha disteso le gambe e io spolvero con la mano la tastiera. Cercherà poi di dormire anche se il suo viaggio è molto corto. Un fischio. É debole. Deve essere il capotreno. Partiano, partono messaggi registrati sul controlli dei biglietti e sulle stazioni dove ci fermeremo. Registrati, registrati meccanicamente con anche errori di dizione. Un altro viaggio in treno, una altro. Niente di nuovo, un viaggio come tanti altri per tutti noi viaggiatori.