L'uomo illustrato

Ritornare a Torino


É strano ritornare a Torino. Una sensazione strana, un turbinio di ricordi, di emozioni. Tre mesi, sono solo tre mesi, tre mesi che manco.  Poi in pochi giorni mi ritrovo ad esserci due volte. Tre mesi, ma in verità molto di più. Le ultime volte non contano. Troppa tensione, troppe cose per capire dove mi trovassi. Forse secondo questi calcoli sono dieci i mesi.É un'eternità, veramente un'eternità. Novanta chilometri, un'ora di treno sono un'eternità per ritornare in una città che in fondo non è mai stata mia. Non è mai stata mia, ma potrebbe anche esserlo stato, perchè a Torino ci sono stato tante volte più di quanto potrei mai ammettere.Torino è stato un anno di lavoro appena laureato, un anno più lungo di quanto un calendario possa misurare. Però Torino io l'ho conosciuta molto prima, quando andavo a ritirare le prime borse di studio; ogni anno presso una banca diversa. Non la conosco bene, anche se mi sono perso più volte. Mi sono perso quella volta tornando da un matrimonio di un amico, quando in macchina mi sono ritrovato alla ricerca di un cartello dell'autostrada. Mi sono perso quella volta in autobus, perchè non dormivo da due giorni ed è così ho attraversato tutto il centro a piedi per non rischiare nuovamente un errore. Mi sono anche "ritrovato" grazie agli amici che ho conosciuto o alle persone che ho incontrato. Torino non la conosco bene, anche se un giorno i miei mi dissero: << Perchè non ci fai da cicerone per visitare Torino, in fondo ci lavori.>> Era agosto e le pizzerie del centro quasi tutte chiuse. Non la conosco bene, ma a piedi in fondo l'ho visitata . Ero uno dei pochi passanti in corso Garibaldi un lunedì mattina tra tutte le serrande chiuse e  cercavo una via piccolissima. Tutta colpa di una raccomandata spedita per sbaglio. Ero uno di quelli che andava al lavoro anche quando c'era sciopero degli autobus. A volte capitava di finire presto e di andare a cercare qualche libro nelle bancarelle all'angolo di Via Cernaia. A volte spendevo più di quello che potevo permettermi. Altri tempi, ora appena posso fuggo in stazione, una stazione che non ho mai amato soprattutto, quando cala il sole. Però non ho smesso di leggere.É strano tornare a Torino. Molti ricordi di più di quelli di cui potrei scrivere. Tante storie e tante facce. Tanti nomi, molti di cui ignoro pure il suono. Dopotutto un nome è solo un'etichetta da incollarle, niente altro che una etichetta. La cosa veramente importante è su cosa puoi incollarla. Forse per me Torino è solo un nome, un'etichetta, che però si attacca perfettamente su molte cose, che conservo in me.