L'uomo illustrato

Cent'anni di solitudine (ovvero omaggio a Gabriel García Márquez)


Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendia si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio. Macondo era allora un villaggio di venti case di argilla e di canna selvatica costruito sulla riva di un fiume dalle acque diafane che rovinavano per un letto di pietre levigate, bianche ed enormi come uova preistoriche. (Gabriel García Márquez - Cent'anni di solotidune)Dedicato a me. Favelas, puttane, vite rubate. Non c'è nulla intorno a me o forse è solo quello che vogliono farmi credere. Calpesto senza voglia i grumi della mia saliva sparsi tra la polvere. Passi che opprimono il terreno. Sono solo una delle tante ombre. Un'ombra che sembra stanca, sconfitta. Un'ombra che viene sempre giudicata, ma che è sempre più forte dei giudizi.Dedicato a te. Ti hanno mai insegnato a fregare sul resto? Tu sei uno dei tanti pensieri che opprimono la mia mente. Ho parole anche per te. Non parlo più spagnolo. Non sono più capace di augurare "buena suerte". Neppure a te. Devi accontentarti di frasi pesanti e amare. Se vuoi puoi camminare un po' accanto a me. Qui. Stai attenta alla polvere, alla mia saliva, a entrambe.Dedicato a loro. 32 rivoluzioni. Nessuna vittoria, nessun fallimento. Tutti hanno un loro significato per le mie cicatrici. Tutti vogliono essere tatuati sul mio corpo sporco. Continuo a camminare. Continuo a vedere uomini che dicono di avere la mia bandiera in mano. Salirò in cielo, ma non c'è grazia nel numero di nemici, o di amici che ho perduto. Consegnerò le armi, anche se questa guerra non finirà mai.Dedicato a lei. Dove sei? Sei ancora qui. Non te ne sei andata, ma neppure non sei giunta fino qui. Credo che tu non esista. Non importa. Quando il destino ti prenderà e ti porterà qui, io ti starò ancora aspettando. Ti riconoscerò, perché un indovino mi ha detto che sei un dono mandato dal cielo. Per favore non nasconderti però tra filtri e unguenti di qualche gitano.Dedicato a qualcuno. Non posseggo più nulla. Niente foto ingiallite, niente vecchi sorrisi, niente ricordi. Non c'è nulla intorno a me. Neppure il suono di una musica lontana. Solo ombre come la mia. Forse sono i miei occhi semiduri che si fanno ingannare. Non ho uno sguardo spaventato, perché qui sembra tutto meraviglioso e splendente. Aspetto e spero. Cammino senza paura tra tuta questa polvere bagnata da me stesso. Domani c'è una nuova vittoria, una nuova rivoluzione.