L'uomo illustrato

2 ottobre, diario di un concerto.


Un grazie a M. che mi ha portato,
anche e soprattutto fisicamente.Torino, 2 ottobre 2007 nonostante un forte stato preinfluenzale io ci sono. Un concerto. Solo musica dicono. Tutti probabilmente seguono le indicazioni scritte sui cartelli per giungere allo stadio Dell'Alpi. Noi svoltiamo molto prima. Uscita di Moncalieri, direzioni corso Trieste, corso Unità di'Italia, ma sopratutto Lingotto, nello specifico auditorium Agnelli. Una cosa per pochi intimi, forse un migliaio di persone. Un concerto gratuito per un piccolo numero di eletti. Otto musicisti, una dozzina di strumenti e poi lui: Paolo Conte  Lo introducono dicano con un termine pesante, ma meritatissimo: maestro.Un'ora e mezza di musica. Si parte con un inizio un pezzo storico, ma non tra i più famosi e amati: Sparring partner. Inizio soft e tranquillo, ma le mie mani già a metà canzone vorrebbero iniziare ad applaudire; le tengo fermo per non rovinare la canzone. È un susseguirsi di canzoni, senza pause se quelle per i tanti applausi. Le canzoni nuove dell'ultimo album sono sapientemente inserite tra i tanti successi storici. Pochi accordi e le emozioni sono già trasmesse, ci si ritrova varie volte ad applaudire ancora prima che l'intro della canzone sia finita. Genova per noi, Via con me, Diavolo rosso, Alle prese con una verde milonga, Sotto le stelle del jazz, Max, Come-di, e una esecuzione di Bartali dove due arrangiamenti diversissimi convivono tra di loro. Alla fine dei grandi pezzi storici mancano solo Azzurro, Elisir e Gelato al limon, ma nessuno ne se ne accorge anche grazie ad un bis che ripropone Via con me con un differente arrangiamento, ancora più coinvolgente. E tutto finisce, con le luci che si accendo e un auditorium in piedi ad applaudire per diversi minuti e un voglia di non volersene andare, per paura che tutto svanisca, che sia stato solo una della illusione. Un grazie a Paolo Conte. Un grazie al maestro Paolo Conte.