L'uomo illustrato

Escondida


In viaggio. L'isola ha tutti i colori del sogno. I colori dell'Africa, del Sud America, del deserto del Texas e di tutti gli altri posti. Come la verde Europa coi porti e le colonne d'Ercole. Sono tutti sapori della mia nostalgia e poi c'è lei.Escondida. Sono i riflessi nello specchio, quello che conto. É una colpa che ho ereditato da Borges. Il viaggio mi aiuta a preservarla, a ripeterla. Riflessi anche nella schiuma delle onde. È il mio viso che si frantuma in infiniti specchi. Inesorabile, senza pietà, il viaggio lo frantuma. Non aspetta. Il vento corre e il viaggio lo insegue. Escondida. Sono i rintocchi delle onde. Mi accompagnano. Mi precedono. Mi parlano. É una nuova ballata. La canta il mare e non è triste. Non ascolto. Non voglio capire, non voglio imparare. Ne sono parte. Mi basta. Esserci è gloria. Esserci è doloroso. É il mare dei poeti. Io non ho scelta. Devo proseguire. Sempre.Escondida. Il viaggio è impossibile. La meta inesistente. E io continuo. È il fruscio del vento, la schiuma delle onde. Forse è solo per questo che viaggio. Per il mare dei poeti. Non lo so. L'orizzonte è distante, irraggiungibile. Ogni giorno lo inseguo proprio perché continua a spostarsi.Escondida. Non arriverò mai, ma forse non ha importanza. Nulla ha importanza, se non il viaggiare. C'è Escondida e null'altro