L'uomo illustrato

Crash di James G. Ballard


L'opera narrativa di Ballard è lento e incessante scavare nell'animo umano, un cercare di estrarne dei particolari anche piccoli. Ogni singolo scritto è un tentativo di sondare sempre più in profondità l'essere umano. Però è necessario considerare in contemporanea anche un'altra chiave di lettura di tutto l'excursus  letterario di Ballard ovvero quello per cui tutta la sua opera non è altro che una continua e incessante autobiografia (spirituale), anche quando i riferimenti autobiografici sembrano latenti. In questa ottica ogni opera è un tassello di quell'immenso puzzle che è l'anima dello scrittore. In questo puzzle che continua ad incrementarsi da circa cinquant'anni Crash si configura, per ammissione dello stesso Ballard,  come uno dei tasselli fondamentali.  D'altro canto Crash è una delle opere di Ballard di più difficile lettura, una di quelle opere che un lettore qualunque non può prendere in mano a cuor leggero. Infatti, ad un lettore che non abbia compiuto un "discreto" percorso di letture ballardiana risulta essere illeggibile, solo un'accozzaglia di eventi che sembrano a prima vista costruire un'enorme, contorta descrizione morbosa di perversioni a carattere tecnologico-sessuale (a scanso di equivoci non si tratta di un libro pornografico N.d.A.). Se invece si è già conoscitori di Ballard e si è un lettore "adulto" (ovvero un lettore che ha sviluppato un discreto senso critico),  si può apprezzare la lettura di questo libro, che è dannatamente ballardiano. È, infatti, scritto nel tipico stile di Ballard ovvero in modo freddo, quasi chirurgico, dove le parole sembrano dosate, ma capaci di lacerare, di ferire ad ogni momento e che fanno sprofondare il lettore nella scena narrata, stile narrativo dove violenza e sesso non sono orpelli fini a se stessi e usati, mostrati solo per turbare o affascinare il lettore, ma sono, quando presenti, parti integranti e necessarie della narrazione, dello scavare nell'animo umana. Sì perché è proprio l'analizzare l'animo umano lo scopo primario di questo romanzo, il cercare di capire come l'uomo sia influenzato dalla tecnologia e dalla nuova mitologia moderna, come le nuove icone moderne possano influire e divenir parte dei sogni e dei desideri. Poi come avviene per qualunque opera di narrativa può piacere o non piacere, dato che non esiste un'opera che debba per forza essere apprezzata. In particolare il lettore può trovarsi spiazzato o addirittura turbato o disgustato (nel 1973 anno di pubblicazione l'impatto delle tematiche e il modo di affrontarle doveva essere molto più sconvolgente rispetto a quello ottenuto sul lettore odierno N.d.A.) da come vengono descritti i rapporti tra mitologie moderne e desideri anche a e soprattutto da un punto di vista sessuale. Ci sarà anche chi sintetizzerà il suo giudizio dicendo che è una di quelle opere che piacciono tanto ai critici letterari, ma che lasciano freddi la maggior parte dei lettori. Giudizio che può liberamente esprimere, anche se non mi troverà d'accordo. C'è una cosa certa, che Crash non è un'opera narrativa nata per intrattenere il lettore, ma un'opera scritta per turbarlo, per farlo riflettere. Dalla sua lettura ognuno può trarre le sue proprie conclusioni, ma deve per forza aver una serie di strumenti in mano, che non significa aver compiuto un qualche percorso iniziatico, in caso contratrio rimarrà solo la superficie ovvero un connubio distorto di incidenti, esperienze sessuali e mitologia moderna.