J'ai plus de souvenirs que si j'avais mille ans. ( C. Baudelaire)
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William Xerra
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La storia dello sport non è fatto solo di figure leggendarie, ma anche di abissali cadute, di come facilmente si possa giungere all'autodistruzione. Permette di fare imprese epiche che portano l'uomo ad essere campione, ma anche di compiere grandi cadute nell'oblio, nell'abisso del nulla più assoluto. Sono in fondo storie semplici, storie di ragazzi che avevano grandi talenti, ma che si sono trovati sbalzati in un mondo troppo grande per loro. Ragazzi che si sono trovati lontani da casa, dalla famiglia, a guadagnare troppi soldi, ad essere amati e osannati solo per le loro vittorie sportive. Queste poche frasi cercheranno di raccontare la storia di uno di questi ragazzi che è caduto e che è riuscito a rialzarsi, purtroppo molti non ci sono riusciti. Esistono anche storie fatte solamente di cadute che nessuno mai racconterà, in fondo queste parole sono anche per loro.
Quando il tuo ex-sponsor ti rifiuta un lavoro, quando ti eri presentato mostrando tutta la tua disperazione, forse è in quel momento che capisci che stai per raggiungere il fondo. Non importano più i record del mondo. Non importa più essere entrato nella leggenda per aver stabilito 4 differenti record (3000, 3000 siepi, 5000, 10000) in appena 81 giorni. Quando stai per raggiungere il fondo, non importa essere stato un campione. Non importa se il tuo nome è Henry Rono.
Il fondo è un momento, un attimo che dura mesi, anni, da cui o ti rialzi o muori lentamente. Il fondo si tocca, quando senza soldi si diventa ospiti di un centro per senza tetto. Senza tetto un modo gentile per marchiare molti dei reietti della nostra società. Il fondo non si tocca quando gli avversari non ti ricorrono più, ma sei tu a dover rincorrere loro. Quello è solo un momento, un'avvisaglia che la tua storia sportiva potrebbe finire. Non è il fondo.
Il primo passo verso il fondo è un'altro. Il primo e pesante passo verso il fondo ha il nome di alcolismo. Contro questo mostro, neppure un talento eccezionale può fare nulla: non è lui che deve combattere. Il mondo dell'atletica si allontana. Le cliniche per alcolisti invece si susseguono senza sosta. E poi il centro dei senzatetto di Washington. Il punto più basso. Il punto di un possibile non ritorno. Non è più una lotta contro un cronometro, ma una lotta per la tua stessa vita.
Henry Rono riesce però a trovare la forza di ricominciare. Uomo delle pulizie, addetto al lavaggio macchine e facchino in aeroporto. Non è facile risalire: molti falliscono, molti non ci provano neppure a risalire. Henry Rono ha la forza e la fortuna di provarci. Di riuscirci. Ora insegna atletica, ma, cosa più importante, ha sconfitto l'alcolismo ed è ritornato a correre. Corre anche se solo come passione e con obiettivo il Mondiale Master. Gli anni sono passati. Buttati anche per colpa di una bottiglia, ma lui ammette nessun rimpianto per gli anni dei record e del lusso. Errori, tanti errori, troppi errori, ma anche tanti insegnamenti ed è forse per questo che Henry Rono oggi può dichiarare: "Voglio che si sappia che sono tornato a correre e voglio insegnare alla gente che, anche se vieni dalla strada e diventi un senza tetto, puoi sempre riprendere in mano la tua vita, come ho fatto io".
Henry Rono si è rialzato e corre ancora. Vuole che tutti lo sappiano. Lo vuole gridare al mondo non per dimostrare di essere forte, ma per dare forza a tanti altri che come lui sono caduti, magari senza essere mai stati grandi.
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