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Maus di Art Spiegelman

Post n°163 pubblicato il 26 Gennaio 2008 da il_presidente77
 

Nel 1992 Maus di Art Spiegelman trova la definitiva consacrazione vincendo un Pulitzer Prize Special Award, evento già non comunissimo nella storia del Premio Pulitzer eccezionale se si consideria che stiamo parlando di un fumetto.
Spilgman scrive utilizzando la forma del fumetto una sorta di memoriale della storia di suo padre un ebero polacco che sopravvive la dannata epopea della seconda guerra mondiale e del campo di concentramento di Auschwitz. In Maus, Spiegelman scrive la storia di Art giovane artista che vorrebbe narrare la storia del padre Vladek, un sopravvissuto dai campi di concentramento. La storia si sviluppa su due piani narrativi differenti che si intrecciano tra loro ovvero la storia del padre a partire dagli anni '30 e la “storia” attuale della famiglia Spiegelman che vive in un sobborgo di New York. Il risultato non è quindi solo un memoriale di quegli anni, ma anche un affresco di rapporti tra padre e figlio e dei dubbi e delle difficoltà che lo stesso Art Spiegelman aveva all'inizio del suo progetto (per esempio la paura di non rispettare le vittime dell'Olocausto). Il risultato è un affresco complesso, complicato e eseguito senza buonismo, che si incentra principalmente sulla figura del padre e dei rapporti che lui ha con il mondo e con chi lo circonda.
Il volume edito in Italia comprende entrambe le parti di cui si compone l'opera: Mio padre sanguina storia – 6 capitoli pubblicati nel 1973, dove si narra il mutare dell econdizioni mostra il rapido inasprimento delle condizioni di vita degli ebrei polacchi negli anni antecedenti all'inizio della guerra; E qui sono cominciati i miei guai – 5 capitoli pubblicati nel 1991, dove si descrive la vita dei dei deportati nei campi di concentramento durante il conflitto.
Una delle peculiarità di Maus è la scelta di disegnare i personaggi come animali, legando la caratterizzazione non alle caratteristiche dello specifico personaggio. Le scelte degli animali fatte da Spiegelman creano una serie di metafore (c.f.r. qui per maggiori dettagli), ma non si prestano all'eroe di stereotipare sociali. Quello che Spiegelman riesce, la contrario, a ottenere è di trasmettere quanto banale e stupido sia effettuare una qualunque classificazione sulla base di religione, nazionalità, lavoro eccetera quando si a che fare con gli uomini.
Maus è non solo un'opera eccezionale all'interno del mondo mondo dei fumetti, ma anche a livello generale in abito letterario (anni fa fu coniato il termine graphic novel per poter superare quella sorta di ghetto in cui il fumetto sembrava relegato n.d.a.). Un opera che ha ottenuto ampi e unanimi consensi da parte della critica, ma soprattuto è un opera adatta a tutti, che parla con un linguaggio apparentemente semplice di problematiche molto importanti, profonde, e sempre attuali.

 
Rispondi al commento:
il_presidente77
il_presidente77 il 29/01/08 alle 14:21 via WEB
non posso dirmi un gran lettore di fumetti (anzi il contrario), ma in quanto curioso ogni tanto mi capita di dare qualche sbircitatina informata e di potr perdermi dentro grandi opere
 
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