espe dixit

sardine


Non dovrei andare a fare la spesa al supermercato, meno che mai prima delle feste comandate. Mi avvelena l'umore.Per fortuna c'è chi si offre volontario (qualsiasi cosa pur di non cucinare) e quindi lo faccio raramente.A parte la sgradevole sensazione di essere uno strumento inerme nelle mani del meccanismo perverso del profitto, ogni volta scopro qualcosa di nuovo. E sempre disgustoso.Non ricordavo che stesse arrivando la pasqua, finché non ho visto le montagne di uova disseminate ovunque nelle corsie già normalmente strette. Impossibile evitarle.Uova ovunque, anche davanti al cibo per cani, anche vicino ai detergenti intimi. Di tutti i colori. A prezzi esorbitanti. Migliaia di uova di cioccolato inscatolate e impilate come lego giganti.Nel supermercato nulla è casuale. Le merci vengono disposte secondo precisi criteri e seguono percorsi mentali studiati a tavolino. Le ultime teorie consigliano di riempire all'inverosimile ogni spazio a disposizione. Per vendere di più. Sempre di più. Infilare il consumatore in una catena d'acquisto dalla quale è impossibile uscire con meno di cento euro.Nelle corsie non si riesce a circolare. Ed è solo martedì. Che succederà sabato? In uno dei miei deliri interiori vedo tutte le uova schiudersi contemporaneamente e migliaia di pulcini di cioccolato correre ovunque, schiacciati dai carrelli, presi a calci, mangiati vivi sul posto dai bambini, con la mamma che incita: "mastica, mastica veloce, così non lo paghiamo".Incontro il mio amico Cosme. Con una mano guida il carrello, con l'altra la sedia a rotelle di sua figlia. Non riesce a passare. Cambia percorso e si incastra in un cubo di uova di cristiana pasqua. Torna indietro, prova da un'altra parte. Morde imprecazioni mute ma sorride. Cosme sorride sempre. Come fa?Come cazzo fa a sorridere?Io darei un calcio alla montagna di cioccolato e urlerei rabbia e frustrazione finché non mi portano via.Ma mi giro dall'altra e finisco in fretta, io che posso correre, la mia sordida spesa. BUONA PASQUA