espe dixit

nuances


Domani avrà un colore che non so.Le uniche certezze saranno il verde della cucina, il ciclamino su una (ho detto una sola!) parete del soggiorno, il rosa polvere che darò nel bagno.Il bianco latte (distrattamente macchiato di nicotina) dei denti che spuntano fra due labbra tirate all'insù.Per il resto non so dire, potrebbe essere tutto un miscuglio disordinato, visto che l'ordine sta alla mia vita come un vestitino da bambola infilato all'orso Ciaspola.Di sicuro qualche spruzzata di giallo limone arriverà, come sporadiche colate di marroncino squaraus, ma io farò del mio meglio affinché la base resti azzurrina, tendente al verde che ha l'acqua quando la sabbia sotto è ferma e venata di infinite curve armoniose.E cercherò il modo di farci cadere ogni tanto qualche goccia di rosso ciliegia. Così, per dare un po' di movimento. E un tantinello di profumo ad un futuro che, come minimo e se butta bene, è incerto.Lo so, tuffarsi a testa prima nelle cose e rischiare sempre di persona è da stolti.Ti fa scivolare talvolta in un nero vischioso che chi alberga nella media non conosce, ma certe sfumature deliziose che la vita riserva ai temerari, nessuno può levartele dal fondo degli occhi.Ho preso io a calci le latte dei colori, per rovesciarli e camminarci dentro scalza. Le impronte variopinte che lascerò da domani in poi potrebbero assumere tonalità sgradevoli, ma qualsiasi tinta è meglio del grigio spento di un presente prematuramente canuto.Non so che colore prenderà il divenire.Ma so che la mia camera da letto somiglierà al cielo che ho visitato stasera, da questa finestra preferita che presto non sarà più mia.Perché è quel tono di azzurro un po' scuro che lambisce il giorno, che voglio ricordare, ogni volta che spegnerò la luce sul passato.