espe dixit

STELLA


Sarà che mi piacciono i film francesi.Sarà che i bambini, per me, sono sacri.O forse sarà che ho avuto anch'io undici anni, e me lo ricordo ancora, o perché è mia figlia, adesso, ad avere quell'età, ma l'altra sera, quando l'orologio mi ha ricordato che si avvicinava il mio consueto appuntamento settimanale con il cinema, ho preso il devastante attacco di pigrizia che mi si era vigliaccamente avvolto intorno come un plaid, l'ho piegato con cura e riposto nell'armadio delle occasioni perdute, cercando di non pensare all'orrendo suono della sveglia che avrei sentito pochissime ore dopo.Sperando di non incappare in uno di quei clamorosi pacchi che ogni tanto il mio istinto taroccato mi rifila, sono uscita per andare a vedere il film "Stella".Ho fatto bene.Ho passato due ore buone. Non è una frase mozza. Due ore buone e basta, che mi hanno macchiato la pelle, ma non in maniera indelebile, piuttosto come quei tatuaggi che ti fanno i cinesi in spiaggia, e durano quanto basta per non diventare noiosi.Due ore a scavare nella vita di una ragazzina di trent'anni fa, che abita in un bar e frequenta una scuola d'elite. Trascurata e ben vestita, puzzolente di fumo rancido e pulita dentro, consumata giocatrice di carte, innocente bambina, sola e precocemente saggia, amata e seguita, non sempre in modo sano, più dagli abituées del bar che dai suoi genitori.Due ore spese bene, a volte sorridendo, altre no; combattendo con la voglia di correre a tuffare le mani nello schermo, nell'assurdo tentativo di stringerle intorno al collo virtuale di quella madre e urlarle in faccia "Ma che stai facendo!! Non vedi che tua figlia ha bisogno di te?"; riandando involontariamente con la memoria a quell'altro gioiellino sulla famiglia e la preadolescenza che è "Little Miss Sunshine"; alternando cinismo e speranza;  cacciando in gola un paio di lacrime e qualche rigurgito di tutte le cucchiaiate di fanghiglia borghese ingoiate da piccola (ah, quella farà una brutta fine. Ma cosa sarà poi una brutta fine?); viaggiando nel tempo e nei sensi di colpa, tra tv in bianco e nero e dischi in vinile.I francesi, i film li sanno fare, ma purtroppo non son portati per la musica.Per questo motivo, so che mi sarete eternamente grati per lo splendido regalo che vi sto facendo.