espe dixit

NOTTE DI SAN LORENZO


E' da un po' che lavori, e inizi ad essere stanca. Non ricordavi che fosse tanto faticoso, ma devi tenere duro. Questa è la tua notte, stella scadente.Come spesso capita, ti sorprendi delle tue capacità. Non è una novità che tu non abbia abbastanza fiducia in te stessa da credere fin dall'inizio che arriverai ad ottenere il risultato prefisso. Ma poi ci riesci sempre. Sempre.Nonostante l'aria spiritosa della notte più folle dell'anno, la tua pelle versa generosa un liquido gelido che si appiccica ai vestiti, impanandoti nella polvere scura che ti cade addosso, ma questo è un dettaglio che non ti riguarda. Continui a darci dentro con vigore inconsueto, cercando di ignorare il bruciore degli occhi e il sapore denso e amaro che ti scivola in gola.Il problema più grosso, adesso, è che ti fanno male le mani. Non sei abituata a fare certe cose, anche se ti è già capitato qualche volta, in passato. Lo sforzo ti ha ormai consumato i muscoli e gonfiato la pelle delicata, rendendoti goffa e ansimante.Forza, ancora un po'.Quando, con certezza, sai dove vuoi arrivare, il tempo che ci metterai non ha più importanza, purchè non sorga il sole.Hai finito. Ti sembra che possa bastare.Ora puoi fermarti. Ora sì.Ora puoi alzare lo sguardo disteso al cielo affollato ed isterico di questo dieci agosto.Sdraiare la tua pesantezza vuota nella culla buia, odorosa e grassa che hai scavato con tanto accanimento.Aspettare che il vento, pietoso, spinga un po' di terra umida a baciarti la bocca e nascondere un volto che non vorrebbe più essere guardato.Riposare in silenzio e lasciar decantare il dolore.Sperare che la solita mano, che è già venuta a prenderti tante volte, voglia ancora trovare la strada per venire fin lì, spuntare da un lato e aiutarti ad uscire e ritornare a casa.Desiderare disperatamente che una qualunque di quelle stelle cada  dentro la tua tomba provvisoria e rimanga lì un po', a tenerti compagnia.