espe dixit

NON SOLO PIETRO


Espe oggi è andata al funerale di un uomo che, nel fiore della sua giovinezza, venne internato ad Auschwitz.Era buono, Pietro. Buono e gentile, ma non della gentilezza falsa di cui siamo tacciati noi piemontesi. E a torto, perché quella cortesia lì, quella che sorride e taglia, Espe l'ha conosciuta un po' dappertutto, e pensa che, riguardo i suoi conterranei (e anche lei, che c'è dentro fino al collo) sia più giusto parlare di educata riservatezza. Era gentile dentro, Pietro, e gli occhi gli ridevano. Se ti incontrava per strada , capitava spesso che ti invitasse a bere un bicchiere a casa sua, e se non potevi, si vedeva che gli dispiaceva davvero. Se, invece, andavi a passeggiare su per i pendii dietro casa sua, lo trovavi là, seduto sul bordo del sentiero, a sorvegliare,  placido e paterno, il suo gregge di caprette. E' andato tutto liscio, nella chiesetta di montagna, (e con tutto liscio intendo dire che il parroco non ha proferito troppe corbellerie) ma quando il coro ha intonato "Signore delle Cime" ( un agglomerato di note dei più bastardi, che farebbe commuovere un blocco di marmo di Carrara) alla Espe, che, essendo personcina piena di buon senso, non spreca nulla, figuriamoci  una lacrima, ma quando trova una buona occasione, in quattro singhiozzi ci ficca dentro tutto quanto, le si è sganciato qualcosa sotto lo sterno, ed è crollata come una casa alluvionata. Ha pianto fuori una secchiata di rospi, che andavano dalla tristezza per la morte del buon vecchio Pietro, alla nostalgia per l'innocenza e l'ingenuità di un'adolescente che un secolo fa sedeva in banchi simili a quelli con serena fiducia, alla consapevolezza che, una volta esaurite tutte le testimonianze viventi dell'orrore dei campi di sterminio, si aprirà un nuovo svincolo nell'autostrada della negazione e il lavoro di chi sta cercando di passare un colpo di spugna sui crimini nazi-fascisti e sui valori della Resistenza sarà reso ancora più facile dall'assenza di memoria, al ricordo di qualche bara indigesta che si ripropone ogni volta che ne vede una, a tutta un'altra serie di pensieri che sgorgavano e si inanellavano uno nell'altro a formare una rete interna, una specie di fradicia LAN testa-pancia-cuore. Più tardi, ancora un po' scossa, ha lasciato cadere la sua manciatina di terra, che alla Espe sbaciucchiare e balbettare frasi di circostanza non piace, ma dire ciao e sentire in risposta il "cloc" dei sassi che battono sul coperchio, e andare via con la mano sporca, quello sì, le piace.