espe dixit

sereno, variabile


L'ombra ti saluta volentieri dallo specchio, e nelle pagine che copri di segnali corrucciati.File indiane di nembi grassi frequentano il tuo cielo con assiduità. Ti ci sei affezionata, tanto che quasi quasi quando non  li vedi è come se sentissi la coperta corta, e dopo un po' li vai a cercare.Ti capita allora di imbatterti in nebbie lattiginose in cui ti rigiri e dalle quali ti lasci ammaliare, in compiaciuta pigrizia, al sicuro da irriverenti raggi di sole.Se ti accorgi che un angolo di bocca ti scappa all'insù, ti senti in dovere di richiamarlo all'ordine, che non sia mai che tradisca il mistero e apra uno squarcio di fragilità nei crepuscoli formato fototessera che hai collezionato.Ma chi l'ha detto che l'ottimismo è spensieratezza?Dove hai letto che confidare nell'evoluzione positiva delle cose è sintomo di debolezza?Ti pare che entusiasta sia sinonimo di sciocco?E perché ti ostini a costringere il viso e la penna in quell'espressione seria?Lasciati andare con fiducia alle tue braccia.Non c'è niente da fare, sei molto più bella quando, anche dalle interlinee, sorridi.