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IMPRONTE EVANESCENTI COME LABBRA DA BACIARE (BOLLICINE)


20 Novembre 2013Quasi un mese … il tempo scorre rapido ed inesorabile, e mi trovo qui in una delle perle della mia Toscana. Cortona. E’ sempre bella, un brillante incastonato in una preziosa montatura, una collina, che declina verso la Valdichiana, ed in cima ad esso uno splendido diamante fatto di arte storia e cultura, e che i raggi del sole che riflettono sui vetri delle finestre delle abitazioni, rendono suggestiva e splendente, come solo un prezioso diamante può fare. Non so perché mi trovo qui a ripercorrere dei passi, ad inseguire delle impronte già calpestate, ma a volte la debolezza umana ci spinge a comportamenti stupidi e questo credo sia uno di quelli. Lascio l’auto in parcheggio strapieno, ma la mia auto è piccola e riesco ad infilarla dove voglio senza problemi, fa quasi freddo ed una pioggerella leggera, cade inesorabile e fastidiosa. Da quà si vede tutta la Valdichiana, che lentamente, un po’ alla volta si illumina delle luci artificiali dei paesi di fondovalle, e nonostante la brutta giornata, si riesce a vedere anche una parte del lago Trasimeno, versante di Castiglion del Lago. Raggiungo Via Nazionale, è strapiena di gente nonostante sia un giorno feriale e come al solito sono i turisti a farla da padrona. Le luci dei lampioncini, danno un tocco magico a questa piccola città, esaltano il color biscotto degli intonaci ed al tempo stesso sottolineano le ombreggiature della pietra arenaria, sia quella del selciato che quella di alcuni palazzi storici, un tuffo in un passato antico e che solo i negozi di prodotti tipici locali con i loro inebrianti profumi, ti fanno tornare alla realtà di oggi. Cammino senza “impegno” anzi più che camminare è un “vagare” il mio, faccio fatica a distogliere lo sguardo dai giochi di ombre che la folla e la luce proiettano per terra, come un caleidoscopio monocromatico, ma al tempo stesso “caldo”, è l’unico calore che sento. Il Caffè degli Artisti …. Entro, mi siedo …. Un prosecco. Questa volta è ottimo, profumato e morbido, non come quello di un mese fa aspro e quasi imbevibile. E’ strano come a volte piccole cosa possano attirare la tua attenzione, e rimango ipnotizzato dal perlage del prosecco, quelle bollicine che inesorabilmente salgono e muoiono al contatto con l’aria, come i miei pensieri, che mi travolgono, ma che come ognuna di quelle bollicine inesorabilmente spariscono per lasciare il posto ad un’altra, eh si … come i miei pensieri, i ricordi che si accavallano uno dietro l’altro, si sospingono, e … muoiono. Esco. Continuo nel mio vagare senza meta, o meglio, seguendo le impronte di quel percorso già fatto, le riconosco quelle impronte anche se sono sbiadite,le riconosco in mezzo a mille, perché sono doppie, ma sembrano una sola, sembrano accavallate ed in un certo senso lo erano, due impronte in una, ma so che comunque, dopo un lungo camminare, non mi porteranno da nessuna parte …. Finiranno alla base di un muro invalicabile ed indistruttibile. E’ quasi ora di cena e mi ritrovo di fronte ad un ristorantino, una graziosa cantina in pietra. Flufluns si chiama, il nome di un Dio Etrusco … entro … mi siedo, un tavolino piccolo in angolino vicino al bancone del bar, accanto una “rastrelliera” di bottiglie di vino locale di eccellente fattura, dall’altro lato una colonna in pietra un tavolo per due persone, appartato e discreto … da solo. Un po’ di “crostini”, un risotto tartufo e porcini ed un filetto di chianina alla griglia con un po’ di insalata … da bere … altre bollicine, un Berlucchi ’61, stasera posso bere, non ho “diete” o obblighi particolari da dover seguire. Non mi ero accorto l’altra volta di quanto fosse accogliente questo posto, ero distratto, ero distratto da un paio di occhi luminosi, a volte attenti altre volte distratti ed altre volte ancora stralunati, ma anche sfuggenti ed imbarazzati, difficili da leggere. Ero distratto da mani piccole ed eleganti che accompagnavano le parole, ero distratto da labbra carnose che emettevano i suoni di una voce suadente, a volte infantile, altre volte preziosa e matura, labbra che avrei voluto baciare non una volta, ma un milione di volte. Ero distratto … ed a volte le distrazioni possono essere fatali. Fatali come certe parole, non quelle dette, ma quelle non dette, quelle che non si sentono con le orecchie, quelle che sono nell’aria, nel cuore, quelle che si percepiscono a pelle … sono ovunque ed è facile coglierle, quelle parole che ho letto in quegli occhi attenti, distratti, stralunati sfuggenti ed imbarazzati, ma che in sostanza rimangono tali, non si materializzano, non diventano concretezza, ma rimangono astrazione .. ed anche quelle come le bollicine del Prosecco e del Berlucchi, come i miei pensieri, come il ricordo di quegli occhi di quella voce e di quelle labbra da baciare un milione di volte, si accavallano, si inseguono ed evanescenti si disperdono … e mescolandosi all’aria fredda e piovigginosa, cadono in quel selciato caleidoscopico, coperto da quelle impronte calpestate 2 volte e che nessuno ripercorrerà, anche perché piano piano, un po’ alla volta, giorno dopo giorno il tempo le cancellerà inesorabilmente, non solo dal selciato ….. per sempre! Cosa cazzo sono venuto a fare qua!? EYES4U