favole e scorpioni

IN STRADA


 Ho preso i miei due rasoi, con uno ho dimezzato i capelli con l'altro ho eliminato tutta la barba. Ho lasciato solo un pizzetto minuscolo, un groviglio peloso, e ora quando mi guardo allo specchio mi sembra di avere un ragno appeso al mento.Entro nel box doccia e ci rimango per mezz'ora almeno, fino a quando il vapore acqueo non forma una fitta nebbiolina bianca che mi avvolge testa e pensieri.Mi sono asciugato con la pelle d'oca addosso e con il mio "pipino" nascosto tra le palle.Ho messo i jeans quelli sbiaditi, la camicia blu e le scarpe verdi (o marroni) e sono uscito senza guardare l'ora.Il sole un po' di vento e le maniche arrotolate come piace a me. Una frisk dietro l'altra dentro la bocca, e via a tutta velocità. Cioè piano, fissando il panorama con le palpebre semichiuse.Osservo gli alberi mossi dal vento, sembrano anziani fare ginnastica, fermi, tenaci a combattere il tempo. Le folate d'aria fanno frusciare le foglie e posso sentirne i fischi persino dentro la mia Clio al limone.La radio non passa nemmeno una canzone con la quale possa battere il piede, e allora metto uno dei miei CD e subito una risaia mi sembra il Colorado e quelle montagne laggiù il Montana. Mi fermo per fare pipì proprio quando passano due ragazzini in bicicletta. "Dov'è New Orleans?" chiedo serio con la patta aperta.In Gran Bretagna risponde uno. Perfetto dico, allora seguo il canale.In centro città c'è tutto il pianeta terra che cammina, coppie scoppiate, coppie innamorate, anziani, adolescenti vip e bambini che giocano a chi arriva per primo giù in fondo.E giù in fondo ci sono io, con la mia birra piccola su un tavolino al sole che nessuno ha voluto e da dove posso contare tutti i piccioni della piazza. Mi alzo quasi subito e dietro l'angolo c'è un chitarrista che si esibisce con la speranza di racimolare qualche spicciolo. Mi somiglia, ha solo mezzo metro di capelli in più di me ed è senza occhiali. Nessuno si ferma ad ascoltarlo, il piatto che ha davanti piange, e le campane che iniziano a sbattere contro il cielo non lo aiutano di certo. Glielo faccio notare, si ferma.Si chiama Roberto e viene dalla Puglia. Gira così tutta l'Italia perchè tanto non lavora e  almeno fa  qualcosa, alcune volte ha dormito per strada, altre volte è andata meglio. Mi dice che a Firenze una volta i commercianti di una via hanno fatto una specie di colletta, gli hanno dato dei soldi a patto si spostasse. E' stato il giorno che hai incassato di più gli dico. Ride di gusto e dice di si.Con la chitarra ci ha provato anche a Londra, solo tre settimane, ed è scappato via subito.Come mai dico, avevi più piatti da lavare che canzoni da cantare?Ride come un matto e fa si con la testa almeno tre volte. Mi stringe la mano felice.Dopo un'oretta ripasso sotto il portico di prima e lui è ancora li, qualcuno batte le mani alla fine di una canzone che non ho riconosciuto.Io gli lascio giù tutte le monetine che ho, che prima nemmeno l'avevo fatto.Lui si avvicina, mi ringrazia per la conversazione e le risate.Ma tu cos'hai?"Così dal nulla mi chiede.“Niente”, ho risposto.Ed è vero.Niente.