favole e scorpioni

IL VIANDANTE


Cammino sulla spiaggia piena di sassi. Scalzo. Sassi piccoli e sassi grandi, sassi bianchi e sassi neri. Come chiodi sotto i piedi nudi. Come spine sotto la pianta del piede. Cammino sui talloni, sulle punte e su un piede solo. Non mi fermo. Impreco e cammino. Mi aiuto con le mani per non cadere. Con le mani mi tengo in piedi. Un passo un altro passo e un altro ancora.Non si può correre su questa spiaggia. Non come ci fanno vedere nei film almeno. Non verso un amore bello con le braccia aperte. Non con i capelli al vento verso il blu. Non con le ginocchia alte e il petto in fuori. Qua al massimo si cammina. Sui sassi. Scalzi. Il sole basso batte in testa a lungo, poi pioggia poi ancora sole e poi vento. E ancora passi, piccoli, brevi e lenti. Mi siedo su quella roccia e guardo la strada fatta e quella ancora da fare. Non ci sono orme. L'acqua cancella quelle di tutti. Non c'è memoria, non ci sono esempi, non c'è niente. Il vento mi soffia in faccia mentre il sole si abbassa un po'. La luna si affaccia da quella montagna mentre la notte si prepara a venire.E allora cammino, cammino ancora. E non fa nulla se i piedi sanguinano un po'. E non conta niente se le gambe non reggon più. Io cammino. E preparo alte le ginocchia per correre. E gonfio il petto per il cuor in gola. Tu amore bello tieniti pronta, allarga quelle braccia che io arrivo. Ho carezze per i tuoi lividi e abbracci per le tue fatiche. Un passo un altro passo e un altro ancora. Io cammino, sotto questa luna ubriaca di me.