favole e scorpioni

EQUILIBRIO ED ALTRE SVENTURE


"Dottore, quando metto mutande strette, io non ci vedo bene".Sono medico psicologo in questa casa di cura, il mio compito più che guarire è dare sostegno a questi malati, poveri pazzi senza nessuno.Qui, in questo microcosmo c'è la pazzia più nera, l'ipocondria mischiata a solitudine, quella che rende l'uomo ombra della propria ombra. L'uomo davanti a me gira sempre in canottiera bianca e pigiama azzurro. Vive di televisione,  non mangia non beve e non si lava. Guarda la tv. Non riesce a staccarsene nemmeno per un minuto, teme di perdersi qualcosa, ma guarda sempre le stesse cose. "Perchè mette le mutande strette se le creano questo problema?""Perchè mi tengono su il pisello quando guardo la tv".In questo posto se ne vedono di tutti i colori. Tutti hanno perso il loro equilibrio: chi dopo la scuola, chi dopo un amore fallito, chi dopo una morte chi dopo tanta noia. Pateticamente si aggrappano a qualcosa, e ne fanno la loro ragione di vita. Cercano un modo per non affondare, ma ugualmente annegano, lentamente, tra le sabbie mobili che loro stessi hanno creato.C'è Rosanna, maniaca dei gatti. Tutti i giorni esce con un sacchettino di plastica pieno di avanzi di cibo racattati in mensa. Sia di mattina che di pomeriggio fa il suo giro all'interno del parco della casa di cura.Soddisfatta torna sempre con la busta vuota:"Dottore, vedesse Bianchina com' è diventata bella"Non ci sono gatti all'interno del parco. Nessuno glielo dirà mai, no di certo io, che sono pagato per mantenere alto il suo umore, anche se retto su una pura illusione.C'è Bartolomeo, fissato con il tempo. Gira con i suoi cinque ombrelli e guarda il cielo.   Sta con il naso rivolto verso l'alto. Se vede una nuvola si rintana in casa, si attacca alla finestra e grida "pioverà!".Aspetta alla finestra la pioggia anche per diversi giorni di fila. Siamo abituati a vederlo cosi, nessuno ci fa più caso."Pioverà!" Ma nessuno gli da retta."Vendo ombrelli a cinque euro, se piove sette euro!". Nessuno gli fa caso."Bartolomeo, vai a farti un giro"."No no, va che cielo".I più pazzi di tutti sono quelli che arrivano ora. Sono una coppia di anziani entrambi sulla settantina. Lui ha  capelli ancora folti, un po' neri e un po' grigi, porta degli occhiali con una montatura enorme, decisamente fuori moda, con lenti cosi' grossolane che sembrano due lecca-lecca.Lei invece è piccolina ha i capelli colorati di biondo, cordiale saluta tutti, rimane indietro rispetto al marito, ora rapita da un fiore, ora perchè stanca, ora perchè le sembra di aver visto una conoscente.Vengono spesso da me, tre volte alla settimana.Credono di essere i miei genitori. Non so da dove sia partita questa loro fissazione, ma ora è dura tornare indietro. Ed io da bravo "figliolo" faccio di tutto per non contrariarli. So bene che la loro stabilità si basa sul mio comportamento. Loro non riconoscono che io sia un medico qui. Credono che io stia qui perchè ricoverato, malato e pazzo. Io fingo di esserlo, per non scalfire le loro già labili sicurezze. Fingo di aver bisogno di medicine, d'infermiere, e di dottori. Un giorno mi son fatto visitare in loro presenza, così per tranquillizzarli un po'. Continuo a vivere questo film per loro, fingo di aver bisogno di loro, per non farli stare male. Forse ho sbagliato terapia.Avrei dovuto deluderli fin dall'inizio, non mi sarei trovato in questo pantano ora.Per difendere il loro equilibrio, ne perdo sempre un po' del mio. Non si fa così.Si, di sicuro ho sbagliato. Non avrei dovuto compiacerli.Nemmeno so più se sono medico, o se sono malato davvero. In effetti non sto così bene. Ora chiamo l'infermiera:Sono ombra della mia ombra.