favole e scorpioni

L'AMERICANO


Washington, è un ragazzo brasiliano. Tutti lo chiamano l'americano, ma lui viene dal Brasile. E' arrivato qua con sua madre. Sua madre è una donna sulla quarantina, alta bella e giovane. In Brasile faceva la barista. Grossi seni, denti bianchi e gambe dure, faceva innamorare tutti gli uomini.Di lei si è innamorato pure Giancarlo. E' lui che l'ha portata in Italia. Prima l'ha portata a casa e poi all'altare. Tanto innamorato di lei, che si è portato dietro pure Washington, questo bel ragazzo detto l'americano.Washington fa il parrucchiere. Non per conto suo, ma in un negozio dentro al centro commerciale. Il lavoro gliel'ha trovato Giancarlo.All'inizio il proprietario gli faceva solo scopare per terra, tenere le spazzole pulite e riordinare rasoi e colori. Un pomeriggio il capo gli ordina di lavare una testa. Washington è colto di sorpresa, così senza preavviso e senza aver mai provato prima. Il proprietario prende da parte il ragazzo e sottovoce dentro ad un orecchio gli sibila poche istruzioni: "L'acqua non deve essere nè troppo calda nè troppo fredda. Con le mani non devi andare nè piano nè veloce. Guai se il cliente si lamenta". Washington è emozionato.La testa che deve lavare è di un uomo di sessant'anni, quasi calvo. Ha i capelli solo sopra le orecchie e sulla nuca. In mezzo alla testa ha un neo brutto e peloso che sembra quasi un ragno. Una cosa orribile da vedere e da toccare. Washington lava quella testa schizzando un po' di schiuma sulla faccia del cliente, che però non si lamenta.Il cliente è Giancarlo, il marito di sua madre.Quel giorno Washington scopre l'odio.Washington porta solo jeans attillati su sedere e gambe, indossa camicie e magliette aderenti e non ha un filo di pancia. Sembra proprio un modello. E' bello e lo sa. Non beve non fuma e non si droga. Sculetta e fa tanta palestra. Li lo chiamano l'"americana" da quando ogni giovedì sera segue il corso di step con le donne. Ma lui se ne frega, tira su la maglietta e mostra gli addominali allo specchio. Le donne del corso sono pazze di lui, con ogni scusa lo toccano e lo baciano. Lui sorride e salta, con il culo sempre più in alto.Quando torna a casa dagli allenamenti spesso trova Giancarlo in tuta anche lui."Sono andato a correre, non ho più pancia, e guarda che gambe". A volte si azzarda a prendere le mani di lui e di posarsele sul corpo. Oppure si spertica in complimenti non troppo graditi " Stai diventando sempre più bello ragazzo mio, ed io invecchio".Ormai al negozio i capelli li lava sempre lui. E' molto apprezzato, specie dalle donne. "Tu non lavi, tu massaggi, mi sento ritemprata" gli dicono.Il primo di ogni mese si presenta anche Giancarlo. Ha sempre meno capelli ma non salta mai un appuntamento. Washington lo accompagna, gli mette l'asciugamano intorno al collo e gli regola lo schienale della poltrona. Usa modi gentili, ma queste visite lo irritano.Giancarlo chiude gli occhi, e non per proteggersi dalla schiuma. Si lascia cullare dai movimenti morbidi del ragazzo. Sente le sue dita sulle tempie, i polpastrelli sulla fronte, prova in quei pochi minuti le più dolci carezze della sua vita.Quella sera sono a casa soli. Non hanno mai parlato molto loro due, d'altronde cosa mai avrebbero dovuto dirsi, faticano anche solo guardarsi.Washington si alza e va verso il bagno e apre l'acqua della doccia. Giancarlo allora si alza anche lui. La porta del bagno è solo socchiusa e Giancarlo tentato mette l'occhio dentro la fessura. Vede Washintgon nudo guardarsi alla specchio, magro e muscoloso, con il sesso in tiro. Giancarlo entra, Washington si volta senza sorpresa. Giancarlo trema, non sa perchè è li. O forse lo sa, e se ne vergogna.Washington entra nella doccia e si lava davanti a Giancarlo che l'osserva quasi in lacrime. E' terrorizzato ed eccitato insieme non riesce ad andarsene."Passami un asciugamano" ordina Washington.Giancarlo ne prende uno e glielo porge.Ora sono vicini uno di fronte all'altro.Washington si asciuga poi arrotola l'asciugamano bagnato al collo di Giancarlo che senza rendersene conto cade a terra senza fiato.Ora si trova in ginocchio davanti a lui.Washington strofina l'asciugamano sul collo di lui. Nè con forza nè con dolcezza. Le sue mani non sono nè veloci nè lente. Un colpo solo. Secco.E cancella quel neo dalla sua vita. Per sempre.