favole e scorpioni

UNA GIORNATA AL MARE


Al bivio anzichè andare diritto prendo l'autostrada. Guido e intanto chiamo il caporeparto. Pronto, si sono Fabio, oggi non posso venire al lavoro, mi è successa una cosa. No, oggi non vengo, magari entro sul tardi. Porto mia madre in un posto e mio padre in un altro, sai loro non guidano. Si fai pure il foglio, metti ferie, metti rol, metti quel che ti pare, firmo io.  Si lo so che c'è tanto da fare, ma ora sono in autostrada. Metto giù.Bisogna uscire dal quadrato dice Ziofumo. E la vita si cambia, cambiandola un po' giorno per giorno. Oggi niente lavoro, oggi corro dietro al caso.Vorrei andare al mare, ma il cielo è nero ovunque. Esco alla prima uscita.Cammino per Orta. S. Giulio, tra i suoi vicoli e le rughe. Turisti inglesi ridono sguaiati davanti ad un cartello scritto in inglese. Vado a leggerlo anche io, ma non trovo l'errore. Fissano la casa dove anni fa apparve su di un muro l'immagine di padre Pio. Mi fanno alcune domande. Mai visto padre Pio in vita mia rispondo. Scattano foto, al cartello e ridono ancora. Cammino e la pioggia è sempre più fitta. Ed io che volevo andare al mare.Ad una bancarella provo un berretto di paglia, poi uno da baseball, poi uno da cow boy. La cinesina quando metto quello da baseball ride. Ho il naso più lungo della visiera dico. Ride ma non ha capito nulla. Venti euro dice. Capisce quel che vuole. Allora comicio a gesticolare come faccio quando voglio fare il buffone, alzando le mani e mostrando il cielo. Vorrei un cappello di fustagno con la visiera a punta. Mi guarda, perplessa. E un panama montecristo ce l'hai? Come risposta mi mostra una sciarpa di lana con certi rombi colorati. Meglio lasciare perdere, senza rancore le dico e me ne vado.Piove sempre più forte, vado a ripararmi sotti i portici. Guardo cartoline. Le passo ad una ad una. Ne ho una trentina in mano, tutte con il sole. Una ragazza magra continua a fissarmi. Ma non le ho spezzato il cuore con i miei occhiali bagnati, è semplicemente la commessa.Vorrei una cartolina senza il sole dico. Non piove mai qui, le chiedo sotto il nubifragio. La ragazza ride. Ridono tutti qui, deve essere l'aria.Il cielo è nerissimo e una nebbia pesante nasconde le montagne.Con l'auto raggiungo un centro commerciale già affollato di gente. Tutti hanno fatto come me oggi? Faccio su e giù per i piani cercando di passare il tempo dignitosamente. Ma la noia è li, e quasi subito prende il sopravvento. Passo davanti una vetrina, i manichini sono nudi. Due ragazzine fissano il punto dove dovrebbe esserci il pisello, e corrono via ridendo. Mi siedo su una panchina e guardo la gente sfilare, chi di corsa e chi sbadigliando. Una signora anziana si siede vicino a me. Piove e non può tornare a casa, suo figlio  passerà a prenderla dopo il lavoro, dopo le sei. E sono le tre e mezza. Mi dice che suo marito è morto il mese scorso ma lei compra ancora il vino che beveva lui. Mi dice che ha preso poche cose che lei mangia spesso ma mangia poco. Riso in bianco di giorno e pollo la sera. Le dico che anche un mio amico mangiava così quando si era fissato con la palestra. Chiedo se anche lei fa pesi, ridiamo assieme. Tira fuori dai sacchetti due yougrt, me ne offre uno. Oh grazie no. Lei beve il suo. Avrei preferito il vino, ma quello non me lo offre, quello è per suo marito. Quando mi alzo per andarmene mi lascia con il saluto più bello:" Salute".Cambio monetine con dei gettoni e comincio a giocare a tennis ad un videogioco. Continuo a perdere. Non c'è modo di buttare la palla di la. Faccio diverse partite e cambio ancora i soldi. Una ragazzina mi guarda giocare. Devo essere uno spettacolo pietoso. Mi dice che sbaglio i tasti. Mi dice lei quando schiacciare il rosso o quando il blu. Perdo lo stesso. Le dico se vuole giocare. Dice di no, metto due gettoni e la sfido. Schiaccia quei tasti come una matta. Sembri una dattilografa le dico. Faccio solo un punto e solo perchè lei fa doppio fallo. Finiamo di giocare e lei scappa da sua madre che le chiede chi era quel signore. Oh cavolo sono io quel signore.Vado verso l'uscita. La porta girevole continua a buttare dentro gente. Piove ancora e io sono stufo di guardare il cielo. Non mi rallegra nemmeno l'idea che dovrei essere al lavoro.Poi mi arriva un messaggio da un collega. E' una foto, SIAMO TUTTI QUI, recita la didascalia. Foto di gruppo con birre medie in bella vista.Aspetto un po' e poi chiamo. Sono tutti al bar. Una tromba d'aria ha provocato un guasto elettrico agli impianti e hanno mandato tutti a casa. Manco solo io. C'è anche l'impiegata bionda che mi piace, ha chiesto di me. Ad essere li.Ma tu dove sei ora? Con i piedi dentro una pozzanghera rispondo: al mare.Il caso ci cammina a fianco e ci tiene per mano, forse non c'è bisogno di saltare. Inutile cercare di afferrarlo, è lui che ci tieni stretti, qualche volta è come un abbraccio e ci fa una carezza altre volte se ne frega e ci lascia da soli. La strada ad ogni bivio la sceglie lui.Ziofumo fai andare quelle dita, ma non troppo. Stasera passo io, e ti voglio bello sveglio