Creato da gostolifabio il 28/02/2008

Fabio Gostoli

Vice Sindaco Ass. Servizi alla persona, servizi educativi, pubblica istruzione, sanità,immigrazione, attività produttive

 

 

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“POLITICHE DEL LAVORO” 27-10-2007

Post n°10 pubblicato il 08 Marzo 2008 da gostolifabio
 

 “POLITICHE DEL LAVORO”


sono soddisfatto come Assessore alle Politiche Sociali per aver raggiunto anche per quest’anno questo traguardo grazie alla collaborazione della Confartigianato di Sant’Angelo in Vado e alla Segreteria Provinciale di Pesaro e Urbino che da sempre è vicino al mondo delle Politiche Sociali e alla Promozione Sociale.


Posso dire con orgoglio di poter contare in qualsiasi momento su due amici indispensabili come Agostino Sanchi e Paolo Pazzaglia e di tutta la segreteria provinciale e questo convegno ne è la dimostrazione .


Non posso dimenticare il mio primo convegno organizzato dalla Confartiganato nel 2004 sulle politiche sociali e giovanili sull’inserimento lavorativo dei giovani nel mondo del lavoro, “padri e figli insieme per lo sviluppo dell’impresa nel futuro” dove sono stati trattati vari temi di importanza sociale.



Questa sera Si è parlato si delle politiche sociali e giovanili e sull’inserimento lavorativo dei giovani, ma è giusto che si parli anche delle politiche sociali e giovanili e sull’inserimento lavorativo dei giovani portatori di endicap. Argomento a me molto caro e grazie alla Confatigianato questa sera o la possibilità di farlo.


L’offerta di servizi rivolti alla persona è oggi garantita sul territorio da diversi enti e soggetti.


Ognuno di essi si occupa di una diversa sfera di bisogni, sociali, sanitari,scolastici, economici.


I due soggetti principali sono senza dubbio l’Ambito Territoriale e il Distretto Sanitario.


Di fondamentale importanza risultano oggi quei percorsi di integrazione tra servizi, anche erogati da soggetti diversi, che permettono di costruire una risposta complessiva ai bisogni dell’individuo.


L’obbiettivo finale è quello di valorizzare la singola persona, rafforzare le relazioni solidali interpersonali, intrafamiliari.


È stato svolto dall’Ufficio di Piano dell’Ambito Territoriale, un lavoro di mappatura dei servizi esistenti sul territorio, erogati e tra questa analisi delle otto aree di intervento troviamo la disabilità, e tra le problematiche emerse più percepite sussistono l’abbattimento delle barriere architettoniche e l’inserimento lavorativo per il recupero e reinserimento.


Tre sono le leggi che regolano il diritto del disabile:

  1. legge quadro 104 del 5-3-1992 “per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate.”

  2. legge regionale 18 del 1996 “promozione e coordinamento delle politiche di intervento in favore delle persone handicappate”

  3. legge 68 del 1999 “ norme per il diritto al lavoro dei disabili”


Io mi soffermerò solo sulla legge regionale 18.


Gli interventi di cui alla l.r. 18/1996, rientrano nei Piani di Zona di ciascun Ambito Territoriale Sociale, sono realizzati in collaborazione con la competente UMEE “unità multidisciplinare dell’età evolutiva”od UMEA “ unità multidisciplinare dell’età adulta “ con il coordinamento dell’Ambito per la tutela delle persone disabili e con il supporto del Coordinatore della rete dei servizi di ogni Ambito Territoriale.


I beneficiari degli interventi previsti dalla l.r.18 sono le persone in situazione di handicap così definite all’art. 3 della legge 104 del 1992 e riconosciute ai sensi dell’art.4 della medesima legge.


Solo in casi particolari, qualora trattasi di minore la cui situazione di handicap non sia stata ancora definita, l’ente locale può prescindere da tale attenzione e avvalersi di altra documentazione sanitaria similare attestante la patologia rilasciata dalla zona territoriale ASUR.



La capacità di presa in carico, o meglio, di prendersi cura della persona si sviluppa a livello territoriale nel distretto.

I percorsi di assistenza devono dare una risposta prioritaria ai problemi legati alle patologie più diffuse, ma anche alle condizioni dei soggetti più fragili.

In questo contesto è necessario realizzare una forte integrazione tra servizi sanitari e servizi sociali per offrire soluzioni appropriate ai bisogni, anche di natura sociale, alla persona ed alla famiglia.

Sarà necessario riqualificare una serie di servizi specifici sia per aumentare la capacità di affiancare le famiglie nei loro impegni di cura, sia per offrire occasioni di sollievo, partendo dalla esperienza maturata nell’ambito della salute mentale.

  • La concezione sociale di disabilità è cambiata nel tempo: essa non è più solo un attributo della persona, ma un insieme di condizioni potenzialmente restrittive derivanti da un fallimento della società nel soddisfare i bisogni delle persone e nel consentire loro di mettere a frutto le proprie capacità.  

Da queste definizioni, emerge che l’handicap è una condizione soggettiva, che dipende dalle esigenze della persona disabile: una persona sulla sedia a rotelle è sicuramente disabile, ma potrebbe potenzialmente non avere un handicap se venissero eliminate tutte le barriere architettoniche e non le fosse precluso alcun aspetto della vita sociale.

Tra gli interventi previsti che questa Amministrazione sta facendo, è favorire la permanenza del disabile all’interno del proprio nucleo familiare e nel con tempo offre una serie di supporti e servizi che consentono un ottimale inserimento nel contesto sociale.

Come l’Assistenza Domiciliare Domestica tramite operatori esterni.

Il servizio non può essere equiparato in alcun modo all’erogazione da parte nostra di un contributo alla famiglia ove il disabile vive, perché il disabile non ha diritto a nessun tipo di beneficio o contributo economico, ma a diritto a prestazioni e terapie riabilitative stabilite in relazione al livello della disabilità e alla capacità complessiva individuale, oltre che dell’assistenza.

I disabili ammessi ai benefici di cui alla L.R. 18/96 residenti nel Comune sono stati complessivamente 27, nell’anno 2006 e ha speso, per tutti gli interventi richiesti ed attuati, ben € 82.036,57 e la Regione Marche ha rimborsato complessivamente € 18.396,25. 

Ogni anno occorre riprogrammare ex novo gli interventi in favore dei disabili in quanto i trasferimenti regionali sono sempre più ridotti e le richieste sempre in aumento. 

Pertanto oggi non si può promettere che il prossimo anno verranno attuati gli stessi interventi di quest’anno o addirittura accresciuti, occorre una buona programmazione per una equa distribuzione degli interventi e delle risorse tra tutti i disabili residenti e forse occorrerà tener presente anche delle varie situazioni patrimoniali e reddittuali delle famiglie, delle situazioni socio-lavorative dei genitori, per riuscire ad intervenire in ogni situazione in maniera giusta e rapportata agli effettivi bisogni del minore dell’adulto e delle loro famiglie, in raccordo con le altre istituzioni (Scuola, Asur , Operatori Sociali ecc.)

Le Borse lavoro e tirocini sono così le prime tappe che un disabile deve affrontare prima di entrare nel mondo del lavoro in maniera definitiva, non si escludono a vicenda.


L’intervento è rivolto a quei disabili che, pur non avendo ancora raggiunto una compiuta maturazione della personalità e/o acquisizione di professionalità, possiedono o possono acquisire quelle abilità potenzialità di base che possono essere adeguatamente sviluppare attraverso le seguenti modalità propedeutiche all’inserimento lavorativo in contesti produttivi.



Le borse lavoro si svolgono in azienda e sono finalizzate a favorire lo sviluppo dell’autonomia personale.


La durata delle borse lavoro viene stabilita dall’Unità Multidisciplinare per l’Età Adulta (UMEA), che decide anche se il disabile deve essere affiancato costantemente da un operatore. L’UMEA, inoltre, fornisce supporto educativo/formativo, verificando periodicamente l’andamento dell’inserimento lavorativo.


Questa Amministrazione nel predisporre il Piano annuale d’intervento in favore di soggetti disabili per l’anno 2007 ai sensi della legge 18 “ Promozione e coordinamento delle politiche di intervento in favore di persone disabili “ ha previsto, tra l’altro, anche l’inserimento di alcuni interventi per l’integrazione lavorativa e socio assistenziale, in favore di disabili, con patalogie che per il momento, non permettono una collocazione lavorativa stabile.


In collaborazione con l’U.M.E.A., è stato proposto un Progetto per l’inserimento di un disabile in una realtà produttiva locale, ai soli fini socio-assistenziali, per favorire il consolidamento e lo sviluppo dell’autonomia personale, acquisire sicurezza e capacità relazionali oltre a rappresentare un significativo mezzo d’integrazione sociale.


A sostegno dell’inserimento la Regione, assegna contributi sul compenso dato al disabile inserito.Tale compenso non deve essere inteso come un emolumento (somma corrisposta) economico derivante dallo svolgimento di una determinata prestazione ma come riconoscimento dell’impegno.


Ha quindi, un valore esclusivamente di tipo educativo quale rafforzo della diligenza che il disabile pone nell’integrarsi nel contesto in cui è inserito e nell’assolvere i nel cercare di assolvere ai compiti che gli vengono affidati.


L’obbiettivo quindi della legge 68/1999 è dare sostegno al disabile nell’avviamento al lavoro attraverso un collocamento mirato da attuarsi con “strumenti tecnici e di supporto che consentano di valutare attentamente le persone con disabilità nelle loro capacità lavorative e di inserirle nel posto adatto, attraverso analisi di posti di lavoro, forme di sostegno, azioni positive e soluzioni dei problemi connessi con gli ambienti, gli strumenti e le relazioni interpersonali sui luoghi di lavoro e di relazione” (art.2)


.ma quello che serve e non è da trascurare è dare sostegno alle aziende tramite

.. l’erogazione di contributi,

.. la possibilità di stipulare particolari contratti di inserimento

.. deroghe ad alcune normative vigenti.

        

            

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