Creato da gostolifabio il 28/02/2008

Fabio Gostoli

Vice Sindaco Ass. Servizi alla persona, servizi educativi, pubblica istruzione, sanità,immigrazione, attività produttive

 

 

 
 

TARTUFO................E NON SOLO QUESTO

Post n°302 pubblicato il 05 Settembre 2013 da gostolifabio

 
 
 

IL MIO CAMMINO ARTISTICO OGGI, IERI E DOMANI

Post n°301 pubblicato il 26 Agosto 2013 da gostolifabio

Ricordi Vicini e Lontani, il momento più importante della mia carriera artistica fu quando fui selezionato per la Biennale Internazionale dell'Arte Contemporanea alla Fortezza da Basso nel 2003 a Firenze 
Emozionante 80 Paesi di tutto il Mondo 70 circa gli Italiani Ammessi ALL' evento 

 

Fabio Gostoli nasce a Sant'Angelo in Vado nel 1963.Nato come acquerellista, antica disciplina basata sulla diluizione delle polveri in acqua, la sua è stata unacontinua ricerca di nuove tecniche pittoriche come il pastello tradizionale, il
pastello ad olio, la tempera, l'olio fino ad arrivare ad una tecnica materica e smalto. Le sue opere si trovano in collezioni private e pubbliche, ha partecipato a mostre collettive e personali .che hanno modificato notevolmente il suo saper dipingere e vivere l'arte intensamente Ha partecipato e partecipa a concorsi nazionali e internazionali con buoni consensi tra questi voglio citarne alcuni.
All'Accademia Internazionale D'Arte Moderna di Roma gli è stata conferita una segnalazione speciale per la particolare applicazione dell'acquerello e
l'inserimento del nominativo nell'albo accademico, selezionato a partecipare al 2° Gran Premio Internazionale dell'Arte Roma - Barcellona - Bruxelles -
Firenze , ha partecipato con altri 65 artisti giunti da tutta Europa al 2° Premio Internazionale d'Arte "Pavia - Giovane Arte Europea 2003" per un Museo d'Arte Contemporanea. Selezionato dal critico d'arte Luciano Lepri ha partecipare alla Biennale Internazionale d'Arte Contemporanea Città di
Firenze che si è svolta dal 6 al 14 dicembre 2003 presso la storica Fortezza da Basso. Invitato ha partecipare a Europ'Art di Ginevra.Selezionato dal critico
d'arte Prof. Valerio Grimaldi ha partecipare alla 5° Edizione del Premio Città di Porto
Sant'Elpidio, premio valido anche per la Rassegna nei Musei e Gallerie della Repubblica Slovacca selezionato dalla stessa Giuria del premio alla Manifestazione dell'Arte Contemporanea in Slovacchia. Una nuova tappa è
rappresentata dalla partecipazione ad un'importante mostra collettiva d'Arte a Barcellona. assegnato dall' Euro Art Expò il Premio Leone d'Oro per l'Arte. Inserito tra le Realtà Marchigiane nel Trimestrale di Informazione e Attualità
di Banca Marche "PRIMA PAGINA".....................................................

 
 
 

LA NOSTRA STORIA, LA NOSTRA ARTE, LA NOSTRA NATURA, LE NOSTRE TRADIZIONE, LE NOSTRE SCOPERTE

Post n°300 pubblicato il 26 Agosto 2013 da gostolifabio

LA NOSTRA STORIA, LA NOSTRA ARTE, LA NOSTRA NATURA, LE NOSTRE TRADIZIONE, LE NOSTRE SCOPERTE
Cenni storici

Sant'Angelo in Vado sorge sulle rovine della antica Tiphernum Mataurense denominazione che deriva da tipher o tifia, pianta acquatica che si sviluppa nelle zone paludose. Lo studio della pianta della Tiphernum, ricostruita in base alle informazioni ottenute con le operazioni di scavo e con le recenti interpretazioni aerofotografie, porta alla constatazione che la città aveva forma quadrata, con i classici cardo e decumano che si incrociavano nella via principale. L'esistenza dell'antico municipio romano è attestata dai molti reperti archeologici ritrovati e oggi conservati nell'Antiquarium della città. Si ritiene che questa, dopo l'avvento del cristianesimo, fosse sede vescovile.
La lunga guerra tra Bizantini ed Ostrogoti (VI secolo) interessò anche il territorio della Tiphernum Mataurense che subì la totale distruzione. I Longobardi ricostruirono il nuovo abitato sulle rovine della città romana quasi completamente ricoperte dai terreni alluvionali, e lo dedicarono all'arcangelo Michele, di qui

il nome di Sant'Angelo. La seconda parte del nome "in Vado" fu aggiunta successivamente e sarebbe da attribuire al fatto che per raggiungere i due tronconi della città adagiata sulle rive del fiume, si dovesse "guadare" il Metauro. Secondo un'altra interpretazione invece la parola è collegata al "guado" una pianta che cresce piuttosto abbondante lungo le rive del fiume e dalla quale, attraverso un opportuno procedimento, si estraeva un inchiostro scuro utilizzato per stampe e la tintura dei tessuti.
Sullo scorcio del Medio Evo Sant'Angelo in Vado fu capitale della "Massa Trabaria", Provincia forestale dello Stato della Chiesa. Qui si radunava il Parlamento della Provincia di Massa Trabaria che comprendeva il territorio incluso tra Cagli - Urbino e l'Appennino.
Nel 1636 Papa Urbano VIII elevò Sant'Angelo al rango di "Città" e la promosse a Diocesi.
Nel luglio del 1849 di qui passò Giuseppe Garibaldi in fuga dopo la caduta della Repubblica Romana.
Nel 1860-61 viene a far parte del Regno d'Italia.

La Domus del Mito

I mosaici
Che il Campo della Pieve, a S. Angelo in Vado, conservasse nel suo sottosuolo una cospicua porzione dell'abitato della città romana di Tifernum Mataurense, era cosa nota ormai da diversi anni, da quando cioè una fortunata serie di fotografie aeree avevano mostrato con non frequente evidenza un fitto e articolato tessuto di strutture sepolte. Tale evidenza, suffragato peraltro dai risultati, non entusiasmanti ma decisamente probanti, di un ampio saggio esplorativo condotto nel 1999, aveva da tempo indotto l'Amministrazione Comunale a mettere a punto, insieme con la Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche, un ampio programma di scavo e valorizzazione, in vista de quale, frattanto, con determinante lungimiranza, l'Amministrazione Comunale stessa aveva acquisito al suo demanio l'area.L'occasione di rendere concreti tali intenti è stata offerta dai "progetti Docup-Obiettivo 5", avvalendosi dei fondi europei amministrati dalla Regione Marche; ammesso al finanziamento dell'intervento, che prevedeva anche la musealizzazione e la fruizione al pubblico di una prima porzione dell'antico abitato, è iniziato nello scorso autunno lo scavo archeologico, condotto sul terreno dalla Cooperativa Archeologica di Firenze, con la direzione scientifica della Soprintendenza.

mosaico carro di nettuno (particolare)
L'occasione di rendere concreti tali intenti è stata offerta dai "progetti Docup-Obiettivo 5", avvalendosi dei fondi europei amministrati dalla Regione Marche; ammesso al finanziamento dell'intervento, che prevedeva anche la musealizzazione e la fruizione al pubblico di una prima porzione dell'antico abitato, è iniziato nello scorso autunno lo scavo archeologico, condotto sul terreno dalla Cooperativa Archeologica di Firenze, con la direzione scientifica della Soprintendenza.
L'indagine, mirata su una certa area del Campo della Pieve sulla scorta di un'ulteriore saggio condotto nel 2000, ha rapidamente conseguito, possiamo dirlo, risultati eccezionali, mostrando prima di ogni cosa come certe scelte compiute congiuntamente dal Comune e dalla Soprintendenza fossero volte nella giusta direzione.
Nell'area oggetto di scavo, infatti, ampia mq. 1.000 circa, si è messa in luce l'intera articolazione di una grande domus gentilizia eretta verso la fine del I sec. d.C., impreziosita da un ricco complesso di mosaici figurati, forse il più cospicuo venuto in luce nelle Marche da ormai diversi decenni.
Tali pavimenti musivi, di buona e ottima qualità, e per lo più ottimamente conservati, esibiscono soggetti vari, che mostrano l'inserimento dell'antica città nella circolazione di cartoni e maestranze specializzate, e la presenza in essa di una committenza colta e raffinata.

Mosaico di Bacco (particolare)
In quello che è il vestibolo campeggia "il trionfo di Nettuno", che impugna il tridente, sul carro trainato da due ippocampi, accompagnato dalla sposa Anfitrite, mentre al di sotto nuotano i delfini; segue, nel probabile tablinium, un busto di Dioniso con la corona di foglie di vite, in un tondo centrale incorniciato da una raggiera di motivi prospettici, ed eleganti figurine femminili agli angoli.
Nelle parte mediana della domus si apre un atrio-peristilio con mosaici geometrici, con basi modanate di colonne che sostenevano l'impluvium , con relativo pozzo al centro, intorno, variamente articolati, si dispongono almeno tre vani di rappresentanza.
Una grande sala presenta una complessa policromia di motivi geometrici e vegetali, con un emblema esagonale centrale con la testa della Medusa irta di serpentelli.
In un'altra, che si distingue per le massime dimensioni (m. 7 x 7 circa), forse il triclinio, compare una ricchissima composizione policroma di tondi figurati con figure simboliche, animali reali e fantastici ed latri motivi, e riquadro centrale con scena di animali marini in lotta tra loro (polpo, gamberone, murena); su un lato, una fascia rettangolare bicroma esibisce una scena di caccia, con un battitore che indossa i caratteristici abiti (corta tunica e gambali in pelle), e due cani che incalzano rispettivamente un capro selvatico ed un cinghiale.
Altri due vani, infine, presentano complessi e raffinati motivi geometrici, anche policromi, con inserti figurati di vario soggetto.
Concludiamo questa notizia sottolineando come, al di là del valore scientifico e storico-artistico, la futura musealizzazione ed attrezzatura per il pubblico di questo prestigioso complesso potrà per il futuro far rivestire a S. Angelo in Vado un cospicuo ruolo di notevole valenza turistica e didattica.

Giuliano de Marinis
Soprintendente per i Beni Archeologici delle Marche
Alcune immagini

Veduta della Domus

Mosaico Caccia (particolare)

Mosaico Caccia (particolare)

Mosaico Medusa (particolare)

Emblema con animali marini

Scena con Magister canum (particolarePapa Clemente XIV (1705 - 1774)
(Gianvincenzo Ganganelli) (Papa dal 1769 - 1774 )

Esponente dell'antica e nobile famiglia Ganganelli di Sant'Angelo in Vado, Gianvincenzo nacque il 31 ottobre 1705 a Sant'Arcangelo di Romagna, dove il padre esercitava la professione di medico condotto. Entrato nell'ordine dei Conventuali di S.Francesco, dove prese il nome di Fra Lorenzo, in onore del padre, si distinse come oratore sacro. Insegnò filosofia e teologia. Fu nominato cardinale il 24 settembre 1759 da Papa Clemente XIII. Uomo di larga umanità e di vasta cultura, amico intimo di S.Paolo della Croce, che gli profetizzò la nomina pontificia, fu eletto papa in un contrastatissimo conclave, il 19 maggio 1769. Da pontefice Clemente XIV cercò di far valere il suo spirito conciliativo, in mezzo alle pressioni dei diversi stati europei, in particolare la Spagna, per lo scioglimento della Compagnia di Gesù, che fu decretato nel 1773. Successivamente riuscì a riavere i possedimenti che erano stati tolti alla Chiesa. Clemente XIV iniziò, fra l'altro, il prosciugamento delle Paludi Pontine e fondò il Museo Clementino a Roma. Proibì l'evirazione per ottenere voci bianche per le Scuole Cantorum. Morì il 22 settembre 1774.



Taddeo Zuccari
(1529 - 1566 ), pittore
Allievo del padre Ottaviano e di Pompeo Morganti di Fano , si reco' quattordicenne a Roma dove , dopo faticosi esordi , si fece strada decorando diverse facciate esterne di palazzi. decorò la Cappella Mattei nella chiesa della Consolazione sotto il Campidoglio dietro commissione di Giacomo Mattei; iniziò le decorazioni nella Cappella Frangipane a San Marcello al Corso; lavorò nel Duomo di Orvieto, decorò l'appartamento di Pio IV, la sala Regia in Vaticano, etc. Ricevette la prestigiosa committenza per la decorazione della Villa del cardinale Alessandro Farnese a Caprarola ove impiantò una attiva bottega: gran parte delle commissioni che non portò a termine causa l'improvvisa morte furono ultimate dal fratello Federico.



Federico Zuccari
(1539 -1609), pittore e trattatista
Si formò a Roma presso la bottega del fratello Taddeo di cui fu il naturale erede culturale. Pittore e teorico d'arte, viaggiò per buona parte d'Italia e d'Europa: dai Paesi Bassi all'Inghilterra, dalla Spagna a tutto il Nord Italia, richiestissimo dalla committenza, produsse molto: nella chiesa di Santa Maria dell'Orto a Trastevere, nella chiesa del Gesù, nella chiesa della Trinità dei Monti, nella cappella Grimani di San Francesco alla Vigna di Venezia, nel Duomo di Orvieto, nella cappella dei Duchi di Urbino a Loreto, nella decorazione della cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze, etc. E' molto presente nelle Marche con opere nel paese natale, a Fermo, a Recanati, in Urbino, a Pesaro. Compone e pubblica nel 1607 "il trattato l'idea d' pittori scultori et architetti", nel 1608 "il Passaggio per l'Italia con dimora in Parma".



Prospero Fagnani
(1588 - 1678), canonista

Prospero Boni aggiunse il cognome Fagnani dietro l'adozione dello zio materno Giovan Francesco; studiò a Perugia dove si laureò in "utroque iure"; in quella città pubblicò nel 1611 il trattato "Problemata cum methodo". Si trasferì a Roma insegnando Diritto all'Università; nel 1610 fu chiamato alla Sacra Congregazione del Concilio come sottosegretario, poi come segretario sostituendo lo zio; nel 1632 divenne cieco; si adoperò moltissimo per l'innalzamento di Sant'Angelo in Vado a città con sede vescovile; ricoprì diverse cariche nell'ambiente curiale romano. La sua opera più famosa è il "Commentarium ad libros Decretalium"; stese su richiesta di Gregorio XV la bolla Aeterni patris Filius pubblicata nel 1621, riguardante l'ordinamento giuridico alle elezioni pontificie e rimasta in vigore fino al 1904. Molto legato al paese natale, aveva un altare nella Basilica Cattedrale che dotò di dipinti e arredi.



Francesco Mancini
(1679 - 1758), pittore

Allievo di Cignani in Romagna, decorò con tele ed un affresco la biblioteca Classiense a Ravenna e casa Albacini a Forlì; affrescò il Duomo di Foligno. Fu accolto nel 1725 all'Accademia di San Luca a Roma, significativamente rifondata a fine Cinquecento dal conterraneo Federico Zuccari; affrescò la Kafee Haus di Palazzo Colonna; lavorò nella chiesa di San Gregorio al Celio, di Santa Maria Maggiore, di San Pietro, etc. Diverse sono le opere in raccolte private e nelle Marche dove operò a Macerata, nel paese natale, a Fano.



Agostino Mercuri
(1839 - 1892), musicista
Si diplomò a Napoli nel Collegio Musicale San Pietro Mariani a Maiella in pianoforte, composizione e direzione d'orchestra, fu quindi nominato Maestro di Cappella del duomo vadese. Nel 1873 ottenne la direzione degli spettacoli del Teatro Comunale di Bologna. Compose più di cento brani di genere sacro, tra cui "Pietro il Muratore", "Adello" , (rappresentato nel 1860 a Rimini), "il violino del diavolo"; compose "l'inno di Raffaello" che diresse in Urbino nel 1871; a Perugia fondò l'Istituto Musicale "F. Morlacchi"; collaborò alla feste pesaresi in onore di Gioacchino Rossini e fu parte attiva nella fondazione del Liceo Musicale a lui dedicato.



Vincenzo Lanciarini
(1849 - 1917), storico

Il padre Gaetano orafo era inserito nella forma d'artigianato particolarmente produttiva nella cittadina. Studiò nel Seminario vadese "Barberini", completando gli studi superiori in Urbino; nel 1873 conseguì la laurea in Giurisprudenza a Roma esercitando per un decennio la professione nel paese natale; nel 1885 si trasferì a Roma con la famiglia esercitando presso la Cassazione e la Corte dei Conti. Si dedicò attivamente a studi storici che lo condussero a collaborare con diverse riviste locali ("Rivista urbinate di Scienze, Lettere ed Arti", "Nuova Rivista Misena") con argomenti legati a artisti vadesi ( i fratelli Zuccari ed i fratelli Nardini);; pubblicò poesie ("Versi" nel 1904) e la monumentale opera "Tiphernum Mataurense" (1890 - 1912).Importante per gli studi fu la riedizione che stampò a Roma de "Il passaggio per l'Italia con la dimora in Parma" di Federico Zuccari.) IL PRODOTTO La produzione di tartufi è legata alla natura del terreno, al clima, all'esposizione, alle specie arboree (particolarmente la quercia, il nocciolo, il pioppo, il salice) ed erbacee con le quali essi convivono. Di questi fattori il tipo di terreno è di fondamentale importanza: il Tartufo Bianco Pregiato è strettamente legato alla presenza di terreni marnoso-calcarei e marnoso-argillosi di epoca terziaria. Il tartufo nero, che non attecchisce nelle condizioni litologiche appena citate, si riproduce in terreni a componente calcarea più elevata. Tutta la zona dell'Alto Appennino pesarese ed in particolare dell'alta Valle del Metauro (tra cui primeggia Sant'Angelo in Vado) è ricca del Tartufo Bianco Pregiato.
CENTRO SPERIMENTALE DI TARTUFICOLTURA A Sant'Angelo in Vado è presente il centro di ricerca più importante d'Italia per lo studio e l'applicazione di tecniche di tartuficolura, all'avanguardia per le tecnologie di micorizzazione e di certificazione. A fianco del centro è presente un grande vivaio forestale che produce ogni anno migliaia di piantine tartufigene. 

LA MOSTRA NAZIONALE DEL TARTUFO Sant'Angelo in Vado dal 1964 si propone come sede di questa prestigiosa manifestazione. La mostra si svolge nelle ultime tre settimane d'ottobre e nella prima di novembre e rappresenta un "contenitore" di diverse iniziative culturali, gastronomiche, sportive, scientifiche e di spettacolo. All'interno di questa dal 1978 ha luogo un motoraduno internazionale affiancato ad un incontro di camperisti e ad un raduno equestre.

La manifestazione prevede inoltre l'organizzazione di numerose mostre: sugli Antichi Mestieri vadesi, sui "Tesori ritrovati", sui reperti archeologici preistorici e dell'Antica "Tifernum Mataurense", quelle dedicata ai fratelli Zuccari ed al musicista Mercuri. Altri importanti eventi sono la consegna del "Tartufo d'Oro ", la massima onorificenza conferita a varie personalità ed organizzazioni, per il loro contributo, il premio giornalistico e la corte gastronomica presso Palazzo Mercuri.

CERCA GUIDATA DEL TARTUFO Grazie alla collaborazione di esperti cercatori è possibile sperimentare l'emozione di cavare un fresco e profumatissimo Tartufo Bianco Pregiato: presso il Demanio Forestale, habitat naturale del tartufo stesso, ogni anno, durante il periodo della mostra si organizza la cerca guidata al Tartufo. Per potervi partecipare è indispensabile la prenotazione da effettuare presso l'ufficio del Tartufo in Piazza Umberto. L'esperienza si svolge in uno scenario suggestivo rappresentato da un'ampia vallate boscosa punteggiata da casolari. Uno di questi, Cà Mascione, recentemente ristrutturato, è divenuto "casa del tartufo", punto di riferimento per lezioni teoriche, di cerca e per rilassarsi immersi in un habitat fresco e incontaminato. - 

 
 
 
 
 

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  10. APPROVAZIONE PROGRAMMA ESPERIENZA TIROCINI DI FORMAZIONE ED ORIENTAMENTO-”BORSE-LAVORO-ESTIVE”PER STUDENTI E DISOCCUPATI- ANNO 2008

  11. RIPARTE IL PROGETTO PROFESSIONE GENITORI E TEATRO PARTECIPATO 2008

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