Sai com’era il mio Natale,figlio mio?La neve ammantava le stradee piccole botteghe, ornavano di colorate foglie,le povere vetrine;noi, bambini, correvamotirandoci soffici perle di bianca magiae per le odorose vie, ricurvi uomini vendevanocastagne e dolciumiai meritevoli bimbi;nei villici cuori,il mistico eventole sociali differenzeeguagliava;il di della vigilia,uomini e donne, della Santa Nottein fremente attesail serale convivio ultimavano,in grezzi teli insaccando,piccoli doni di legno creati;la nonna dondolandol’incerta sedia,lavorava la grezza lanacreando al nipoteil primo maglione;odoroso profumo di legno bruciato,invadeva vicoli e case,ove la fioca luce dei deboli lampioni,annunciava del Redentor la nascita;assiepate persone,nell’unica chiesa del paese,intonavano canti,attendendo gelida mezzanottedi Nostro Signore, la luce divina;la neve, lenta, cadeva copiosa,il gelido vento, annunciava l’inverno;guardavo mamma e papà,col cuore scoppiante,i miei regali attendendo; una spada, un piccolo monopattino,alcune caramelle e un pupazzo di stoffa,sotto l’albero di rossi fili ornato,vicino al presepe in legno intarsiato;il buon Signore mi aveva pensato,per la bontà che in tutto l’annoavevo donato,felice il sorriso dei miei genitori,morbida carezza alle mie emozioni;il mio Natale è nel ricordo di un attimo,nella dignitosa cena, accanto allo scoppiettante camino,alle preghiere di mia madre,all’ultimo Natale della nonnae al suo ultimo maglione;figlio mio, è così che vorreiterminare il racconto,lasciando a te il testimonedi emozioni passate,nel tuo futuro di uomo tornato bambino.
SAI COM'ERA IL MIO NATALE
Sai com’era il mio Natale,figlio mio?La neve ammantava le stradee piccole botteghe, ornavano di colorate foglie,le povere vetrine;noi, bambini, correvamotirandoci soffici perle di bianca magiae per le odorose vie, ricurvi uomini vendevanocastagne e dolciumiai meritevoli bimbi;nei villici cuori,il mistico eventole sociali differenzeeguagliava;il di della vigilia,uomini e donne, della Santa Nottein fremente attesail serale convivio ultimavano,in grezzi teli insaccando,piccoli doni di legno creati;la nonna dondolandol’incerta sedia,lavorava la grezza lanacreando al nipoteil primo maglione;odoroso profumo di legno bruciato,invadeva vicoli e case,ove la fioca luce dei deboli lampioni,annunciava del Redentor la nascita;assiepate persone,nell’unica chiesa del paese,intonavano canti,attendendo gelida mezzanottedi Nostro Signore, la luce divina;la neve, lenta, cadeva copiosa,il gelido vento, annunciava l’inverno;guardavo mamma e papà,col cuore scoppiante,i miei regali attendendo; una spada, un piccolo monopattino,alcune caramelle e un pupazzo di stoffa,sotto l’albero di rossi fili ornato,vicino al presepe in legno intarsiato;il buon Signore mi aveva pensato,per la bontà che in tutto l’annoavevo donato,felice il sorriso dei miei genitori,morbida carezza alle mie emozioni;il mio Natale è nel ricordo di un attimo,nella dignitosa cena, accanto allo scoppiettante camino,alle preghiere di mia madre,all’ultimo Natale della nonnae al suo ultimo maglione;figlio mio, è così che vorreiterminare il racconto,lasciando a te il testimonedi emozioni passate,nel tuo futuro di uomo tornato bambino.