Post n°14 pubblicato il 11 Ottobre 2009 da clericifa
Scolpisci pensieri, artigiano poeta; dalle sapienti tue mani, la lenta penna cesella profonde emozioni; rianima o poeta, anonime pagine, con danzanti parole donando senso al vissuto, mortificando degli uomini, il vezzo apparente; uomo scrittore, spoglia le tue pene, raccontando di morti e sofferenze, di luce e di buio, di amore e odio; rispetto dell’uomo, sogna il poeta, posando lenta penna, sull’ultimo foglio.
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Post n°13 pubblicato il 11 Ottobre 2009 da clericifa
Chi di povertà vive, mai il letto di cartone, si farà raccogliere; occhi spenti e il fisico che racconta l’umana storia, mani consunte ed emaciati volti, trascinando poveri averi, a ricordo di trascorse ricchezze; il tepore delle stazioni, rigenera le membra dal gelo assalite; la pietosa carità dona il quotidiano cibo; da vecchi cappotti avvolti i miseri fantasmi, una nuova notte affrontano e un nuovo giaciglio è già pronto; vite perdute, ma anche ritrovate, nell’universo della più vera essenza, del nostro essere; un sorriso, una carezza, una parola, per farci capire che siamo uomini. |
Post n°12 pubblicato il 11 Ottobre 2009 da clericifa
Riparto da qui, ora che la vita mi è esplosa fra le mani; riparto da qui, ora che colgo il silenzio del bosco e il nascere del nuovo giorno, riparto da qui, nel dolce sorriso di un affetto sincero, riparto da qui, dai fogli scarabocchiati di parole impazzite e dal profumo del legno di montagna, riparto dall’abbraccio della mia anziana madre e dal saluto del mio stanco padre, riparto dagli affetti dissipati e dagli amori mai amati, riparto da qui, con la speranza nel cuore e la voglia di intensamente donarmi, di volare come un’aquila e le più alte vette raggiungere, dove il tutto del creato assaporare. |
Post n°10 pubblicato il 11 Ottobre 2009 da clericifa
Eremita nell’anima, solo nei miei pensieri; sfuggo alla logica vita, nella baita in fondo al bosco, mi purifico nel silenzio dei miei monti, spettri lontani della mia spenta anima; il buio della notte evoca voci ammalianti, rauchi lamenti di esseri erranti; ora,eremita della mia vita, lascio la baita e torno al verde alpeggio |
Post n°9 pubblicato il 11 Ottobre 2009 da clericifa
Guarda attraverso quella porta, scendi dallo scranno della tua onnipotenza e vivi il dolore, che umilia strade e città, accogli i lamenti degli ultimi, dona un attimo alla loro disperazione, pietosi fantasmi che ci lasciano, portando con sé rabbia e dolore, di un pasto mancato o di un gesto negato, nell’ultimo atto del gelido riposo; su quella panchina, sognano umano interesse e pietoso calore; tu che mi giudichi, scendi dallo scranno e sappi che la mia anima vola con loro. |
Inviato da: lotusd
il 03/06/2013 alle 09:59
Inviato da: poetadellacascina
il 31/05/2010 alle 21:01
Inviato da: foriero0
il 21/03/2010 alle 12:23