Le origini del fiordaliso sono antichissime, alcuni fossili di questo fiore risalgono al neolitico. E’ soprannominato “erba degli incantesimi”.
Una leggenda racconta che la dea Flora, avendo ritrovato morto in un campo pieno di fiordalisi il corpo dell’amato Cyanus, volle chiamare quei fiori proprio con il suo nome. Il nome scientifico è, infatti, Centaurea cyanus. Centaurea deriva dal nome del centauro Chirone che, ferito al piede da una freccia avvelenata, si curò con il succo del fiore.
In Oriente, gli innamorati lo regalano all’amata nella speranza di ottenere la felicità da lei.
Nel linguaggio dei fiori significa felicità e leggerezza.
Con il sostegno della Casa Bianca, Elon Musk è convinto di poter conquistare Marte. Ma le sue idee sulle colonie spaziali aprono scenari inquietanti. Nel 1606 un gruppo di commercianti, nobili e avventurieri inglesi decise di procurarsi tre navi transatlantiche per andare in cerca di ricchezze nel “nuovo mondo”. Le potenze rivali dell’Inghilterra – Francia, Spagna e Portogallo – avevano già raccolto enormi fortune in tutta l’America Latina, e re Giacomo I era deciso a recuperare il terreno perduto. La corona, però, non voleva rischiare di investire denaro pubblico. Quindi, per coprire le spese dell’impresa, il gruppo formò quella che sarebbe passata alla storia come la Virginia Company, una società che permetteva agli investitori di mettere insieme il loro denaro per finanziare i viaggi verso una stretta penisola con una fonte d’acqua dolce vicino alla baia di Chesapeake. David Ariosto, Noēma, Stati Uniti [ continua su Internazionale ]
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"Il frutto più maturo è lì dove non uno ma due possono raggiungerlo" Benjamin Britten, “Concord”, dalle Choral Dances from “Gloriana"
Concord, Concord is here, Concord is here Our days to bless And this our land, our land to endue With plenty, peace and happiness. Concord, Concord and Time, Concord and Time Each need each: The ripest fruit hangs where Not one, not one, but only two, only two can reach. |
Il quotidiano britannico The Guardian titola “Dai vaccini al cambiamento climatico al genocidio: stiamo vivendo una nuova era di negazionismo?”. E pubblica un lungo articolo, preoccupato e veemente, che mette in evidenza tre questioni. La prima questione: dai genocidi (mai avvenuti!) al cambiamento climatico (un fatto naturale!) alla minaccia dell’aids (non esiste!) in tempi recenti il negazionismo si struttura e si consolida con la produzione di teorie “alternative” e di verità più comode, anche se infondate, e dà origine a un clima sociale agitato dall’odio e dal sospetto. La seconda questione: il negazionismo può avere terribili conseguenze. Per esempio, la riluttanza del presidente sudafricano Thabo Mbeki, in carica tra il 1999 e il 2008, a riconoscere il legame tra hiv e aids ha avuto un costo stimato di 330mila vite umane. La terza questione: l’avvento di internet ha causato l’espandersi di un’ulteriore forma di negazionismo, anarchico e distopico, incontrollabile e impermeabile a ogni verifica. Una situazione nella quale ciascuno si sente legittimato a sostenere la propria individuale verità, inventata su misura. Fonte: Internazionale - A.M. Testa, Negare l'evidenza |
Post n°743 pubblicato il 15 Gennaio 2018 da Fajr
Photo: Ed Kashi The Earth is protesting for the wrong that we are doing to her, because of the irresponsible use and abuse of the goods that God has placed on her. We have grown up thinking that we were her owners and dominators, authorised to loot her. The violence that exists in the human heart, wounded by sin, is also manifest in the symptoms of illness that we see in the Earth, the water, the air and in living things. Pope Francis |
La cecità stava dilagando, non come una marea repentina che tutto inondasse e spingesse avanti, ma come un’infiltrazione insidiosa di mille e uno rigagnoli inquietanti che, dopo aver inzuppato lentamente la terra, all'improvviso la sommergono completamente. J. Saramago, Cecità S. De Luigi “Blanco: Visions of Blindness” |
Post n°741 pubblicato il 06 Aprile 2016 da Fajr
La speranza di una società perfetta si è affievolita a causa della mancanza di democrazie liberali. Photo: ARNAU BACH
«Il popolo europeo ha smesso di sperare in una società perfetta, ancor meno nel progresso universale. La maggior parte delle utopie tradizionali (mi riferisco a Platone, More, Fourier) hanno perso attrattiva, non si desiderano più. L’uomo è, tuttavia, ancora alla ricerca di speranze, come quella della pace perpetua proposta da Kant, ma questo presuppone che in tutto il mondo esistano delle democrazie liberali, un qualcosa direi di quasi impossibile al momento. Il mondo è sempre stato pericoloso e tuttora lo è, soprattutto dopo il crollo dell’Unione Sovietica, quando alcuni di noi hanno creduto di non aver più una posizione privilegiata nella storia umana. Sparito un pericolo ne riappare un altro. È questo il motivo principale per cui gli europei non apprezzano le utopie. Alcuni vi guardano con cinismo, altri invece si impegnano come meglio possono in un miglioramento del presente, limitando, ad esempio, le zone di guerra, cacciando via il terrorismo (anche se credo che questo non potrà mai essere completamente eliminato) e diminuendo l’abisso tra la qualità della vita globale e quella all'interno dei singoli stati». Agnes Heller Accoglienza e solidarietà, ma con razionalità >>> |
le parole sono finestre (oppure muri) Mi sento così condannata dalle tue parole, Prima che io mi alzi in mia difesa, Le parole sono finestre, oppure muri, Ci sono cose che ho bisogno di dire, Se sembra che io ti abbia sminuito, (Ruth Bebermeyer) |
Post n°739 pubblicato il 05 Gennaio 2016 da Fajr
Nessuno può immaginare che cosa significhi nascere e vivere al confine fra due mondi, conoscerli e comprenderli ambedue e non poter fare nulla per riavvicinarli, amarli entrambi e oscillare fra l’uno e l’altro per tutta la vita, avere due patrie e non averne nessuna, essere di casa ovunque e rimanere estraneo a tutti, in una parola, vivere crocifisso ed essere carnefice e vittima allo stesso tempo. Ivo Andrić Di jihadismo balcanico e altre sciocchezze. Una risposta ai giornali italiani |
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È così chiamata la prima delle cinque preghiere giornaliere del musulmano praticante.
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