FAJR

strano come il rombo degli aerei


E sulle biciclette verso casa,la vita ci sfiorò Il re del mondo "Pedalavamo sulla via di Marina con tanta più foga man mano che, avvicinandoci al mare, il vento si opponeva di più. Ma quando sbucammo dall'ombra degli ultimi platani nella luce accecante della foce ci fermammo tutti insieme. Cielo, mare, fiume palpitavano di bianco. Bianca era la spiaggia deserta sull'altra sponda, bianchi nel baluginio di schiuma e di schizzi i due puntoni di scogli che si allungano nell'acqua, per un tratto, oltre la foce. Issate, laggiù, su gambe da trampoliere, due vecchie bilance alzavano in quel momento, con le braccia adunche contro il cielo, le reti luccicanti, in un vortice di gabbiani. Se penso all'attimo in cui colsi tutto questo, in un grande respiro di speranza, di libertà, e rivedo tutti noi sulle biciclette ferme, un piede in terra e uno sul pedale, le teste volte dalla stessa parte, i vestiti mossi, le camicie gonfie di vento, ho una pena improvvisa delle nostre giovinezze. Era la mattina del 10 giugno 1940."(Da "Le dorate stanze" di Luisa Adorno Sellerio Editore, 1985)