FAJR

Il lato B


A leggere i giornali, la pubblicistica alla Dan Brown o le discussioni on line sulla Venere di Velasquez si può, al massimo dell'approfondimento culturale, incappare in ipotesi circa la insolita posizione del nudo, visto di spalle.Sembra quasi che tutti si stiano improvvisando iconologi, decifratori del contenuto dei segni, ad arrovvelarsi e a concludere che certo il nudo è di spalle per non incappare nelle maglie dell'Inquisizione spagnola.Che poi, by the way, il dipinto stava in Italia...ma tralasciamo sofismi geografici....Mi dovrebbero spiegare che c'entrava l'inquisizione con un dipinto che era evidentemente destinato ad una collocazione privata. Ma anche questo, lasciamo stare...ammalati di feuilleton (appena ieri, mutata mutandis, di telenovele, oggi di reality) come siamo.Allora, scusate un'altra domanda: ma perché il mondo artistico era già pieno di nudi altrettanto se non più integrali?Per esempio le Veneri di Giorgione....
 di Tiziano
E nelle chiese c'erano anche lì i  trionfali nudi delle Eve
Comunque, tornando alla nostra Venere LATO B, nudi di spalle ce n'erano altri: il difetto è nostro, se non li conosciamo.Questo è Tiziano:
Questo è Annibale Carracci:
L'uso dello specchio, poi, oltre ad essere legato all'iconografia della Venere al bagno, è anche un ben noto artificio pittorico per cogliere la tridimensionalità di un'immagine anche nella bidimensionalità di un dipinto.Ecco un altro esempio di Rubens (il mio preferito, ben si sa....:):
Caso mai quello che colpisce, nel dipinto di Velasquez è il grande stacco fra l'idealizzato nudo e il riflesso che lo specchio rimanda.Nell'artificio dello specchio si coglie il passaggio dall'idea della bellezza  perfetta della Venere ideale, a una donna piuttosto ordinaria, niente affatto bella, forse precocemente sciupata dalla vita.
Peccato che questo messaggio, della bellezza segreta della donna comune, non fosse noto a Mary Richardson, la suffragetta che nel 1914  entrò nella National Gallery di Londra nascondendo una scure e colpì sette volte sul fianco e sul dorso la figura della dea; un gesto che voleva essere una protesta spettacolare contro l'arresto di un'altra donna del movimento femminista inglese, allora in una fase particolarmente battagliera.