FAJR

del resto di niente


- Statte bbuono - rimurginò, mentre la diligenza s'inerpicava ancora. - Statte bbuono. Così salutano, dunque, i Napoletani. Sorrise. Non era difficile impararlo. Le sarebbe piaciuto ripeterlo a voce alta, per controllare le cadenze: la s un po' strisciata di "statte", la b tanto rinforzata di "bbuono" e la lunghissima u contro quella o spalancata che inghiottiva persino la sillaba finale. - Statte bbuono - ridisse, a mente perchè si vergognava. Poi trovò un trucco, esclamò a Miguelzinho. - Hai visto come dicono qui per salutarsi? Statte bbuono. Marcò le sillabe. Tio Antonio sorrise, Miguelzinho ripetè: - State buono -. Ma diceva stretto senza i toni ingolati. Scosse la testa. - Non così. Sctatte bbuono. Titìo si mise a ridere. - Non sei nemmeno entrata, già vuoi farti napoletana - osservò. - Tu impari presto, davvero. Specialmente le lingue. Fu contenta, continuò a ripetersi in testa quel saluto. Pensò anche ch'era cordiale, di gente con buoni sentimenti. Perché è bello augurare a uno d'"essere buono". O forse voleva dire "Sta' bene, stammi bene": "Cuide-se", non "Fique bonzinho".Enzo StrianoIl resto di nienteOscar Mondadori, 2005