Nelle lingue scandinave, e solo in quelle, c'è una parola
impronunciabile che significa "felice di lavorare".L'ho scoperto visitando il sito di
Alexander Kjerulf, un danese che si è inventato il mestiere di consulente di felicità sul lavoro (e sembra che riesca pure a mantenersi).Oggi Kjerulf ha pubblicato un commento sul
Christian Science Monitor in cui cerca di convincere gli americani che il lavoro non serve solo a fare soldi e che quando siamo in ufficio (di solito, per la maggior parte della nostra giornata) dovremmo cercare di essere felici invece di avere il muso lungo e l'aria funerea. Secondo lui è nell'interesse del datore di lavoro avere degli impiegati felici e produttivi.Anche se le sue affermazioni possono suscitare almeno un miliardo di obiezioni (come posso essere felice se fuori il cielo è sempre grigio? come fare quando la collaborazione cede al posto alla competizione? e quando ti rompono veramente le palle?), il suo
blog è molto carino.Tra le cose più interessanti, un elenco di
dieci posti dove si lavora veramente bene. Ed è così che veniamo a scoprire che gli uffici della Pixar sembrano un mercatino di Natale, che una famosa
blogger ha il suo quartier generale in una roulotte e che, udite udite, alla sede della Red Bull di Londra per andare da un piano all'altro non si prende l'ascensore ma lo scivolo. Per chi, invece, volesse incontrare i colleghi all'aperto c'è una bici a sette posti per fare conferenze. Francesca Sibani su
Internazionalenon nego la mia dose di invidia, specie dopo un pomeriggio di lavoro a Taranto. Uffi!confesso, su tutto, vorrei la bici...riunioni